L'INTERVISTA

“Borgo sud” vola con l’Abruzzo verso lo Strega 

La scrittrice pennese con il suo ultimo romanzo selezionata nella dozzina candidata al Premio: "Sto facendo la scrittrice, quello che volevo fare da piccola. E ancora non ci credo"

Nell’anno in cui il numero delle donne supera quello degli uomini nella corsa al Premio Strega, una delle voci femminili nella selezionata dozzina dei finalisti viene dall’Abruzzo, e di questa terra nel suo romanzo “Borgo sud” (Einaudi) porta oltre che l’ambientazione, sin dal titolo nella Pescara della “vecchia marina”, le asperità di un dialetto che assurge a lingua letteraria, la forza introversa che traspare dai volti delle donne michettiane, certe luci del giorno che rimbalzano tra montagna e Adriatico che l’abruzzese ben conosce e che chi non vive qui scopre pagina dopo pagina.

Donatella Di Pietrantonio, odontoiatra dell’infanzia di origini arsitane che vive a Penne, premio Campiello nel 2017 con “L’Arminuta” , è stata candidata per il suo romanzo al premio più prestigioso d’Italia e conosciuto in tutto il mondo da Nadia Fusini, autorevole scrittrice, critica letteraria, traduttrice e accademica. Essere stata selezionata tra i 12 finalisti (7 scrittrici dunque e 6 scrittori) la emoziona e si sente subito nella voce.
Se lo aspettava?
Ci speravo, perché no? In queste cose non si è mai sicuri di niente, ma sono molto molto felice .
Come sta andando il romanzo in libreria?
“Borgo sud” è uscito il 3 novembre scorso ed è ancora vivo e io lo accompagno nel suo viaggio.
Una uscita coraggiosa coincisa con la seconda ondata della pandemia. Ma non sarà che l’isolamento generale stia in realtà incentivando alla lettura gli italiani chiusi in casa ?
Diciamo che leggere ce lo potremmo permettere sempre, certo che dovendo di necessità limitare i nostri spostamenti la lettura è una di quelle attività che possiamo coltivare e che ci porta lontano dalla triste condizione di reclusi, è di aiuto, un sostegno per tenerci vivi e attivi.
Le presentazioni di libri sono necessariamente on line: funziona questo sistema? Si raggiungono alla fine più persone o la virtualità sfalda il rapporto con il lettore?
Di presentazioni ne ho fatte veramente tantissime. Stamattina ho presentato una giovane e valente scrittrice, Martina Merletti. È chiaro che da remoto è diverso, è un’altra cosa. Poter vedere i lettori, confrontarsi in presenza è qualcosa di intenso, arricchisce, crea un rapporto tra chi scrive e la comunità dei lettori che è più forte più vero. Ma non potendocelo permettere causa Covid, dobbiamo ringraziare di poter restare in contatto con una platea che tra l’altro è più vasta,
Quali domande le hanno fatto con più insistenza durante questi incontri?
Visto che parlo con il Centro che è il quotidiano del mio Abruzzo, voglio raccontare che una domanda che mi viene sempre rivolta è quella sul territorio, su “Borgo sud” e Pescara e ammetto che mi fa molto piacere parlare di questo: per me il territorio, Pescara, è un dato imprescindibile. Scrivendo “Borgo sud” ho avuto modo di scoprire proprio questo rione che non conoscevo, la comunità marinara che lo abita e anima. Un incontro bellissimo, sono nate relazioni con persone autenticamente aperte e accoglienti. Quindi mi fa molto piacere rispondere a quella domanda,
La sua scrittura è impregnata di abruzzesità e di abruzzesismi nella lingua.
Sì, l’altra domanda ricorrente è sul dialetto e io sono contenta di portare alla ribalta un dialetto considerato “minore”, che non ha mai avuto una vera dignità letteraria, e mi fa piacere che in questo ultimi anni, pensiamo anche a Remo Rapino vincitore del Campiello con il suo “Bonfiglio Liborio”, venga conosciuta una lingua che è sempre stata considerata, anche da noi abruzzesi stessi, quasi con un senso di inferiorità: ci si vergogna un po’ del nostro dialetto di montagna, così duro, invece ecco che tutti gli idiomi possono avere riconosciuto un diritto all’esistenza. Noi sappiamo quanto i nostri dialetti siano espressivi, efficaci, diretti, molto fantasiosi, pensiamo solo ai soprannomi, vederlo riconosciuto è importante.
L’Arminuta ha interessato il teatro (con la riduzione di successo dell’attrice pescarese Lucrezia Guidone) e il cinema (sta girando Giuseppe Bonito, regista di “Pulce non c’è” e “Figli”), per “Borgo sud” in questo senso ci sono abboccamenti?
Diciamo che ci sono “manifestazioni di interesse” e ci prendiamo il tempo per valutarle.
È già all’opera per un altro libro?
Sono in una fase di incubazione, comincio ad avere nuove idee, ma mi è necessario un lungo periodo di elaborazione prima di cominciare.
Insomma finalista allo Strega... Fa quello che sognava di fare?
Sì, sto facendo la scrittrice, quello che volevo fare da piccola. E ancora non ci credo.