Roberto Pedicini, doppiatore ufficiale degli attori Kevin Spacey, Jim Carrey e Javier Bardem

L'INTERVISTA / ROBERTO PEDICINI

«Cerco cose belle da salvare sulla mia Arca» 

Il doppiatore pescarese e i suoi mesi d’isolamento: «Dalla radio ho tenuto i rapporti con il mondo»

La sua voce è tra le più amate del cinema italiano. Doppiatore ufficiale di attori del calibro di Jim Carrey, Kevin Spacey e Javier Bardem, ha conquistato prestigiosi riconoscimenti, quali il Nastro d’argento per le sue performance nei film “The Truman Show” e “Celebrity”. Beneventano di nascita, cresciuto a Pescara, 58 anni, Roberto Pedicini racconta al Centro come ha trascorso i mesi di chiusura e come vede il futuro. Ha dato la voce a numerosi attori e personaggi animati famosi e, oltre a Kevin Spacey, Jim Carrey e Javier Bardem ha doppiato fra gli altri Woody Harrelson, Ralph Fiennes, Rupert Everett, Patrick Swayze, Tom Hulce e Mike Myers in più occasioni. È stato inoltre la voce della trasmissione radiofonica Alcatraz di Rai Radio 2, negli anni Novanta, nel ruolo di Jack Folla. La sua voce sarà protagonista oggi, in prima serata, su RaiUno. Pedicini sarà la voce fuoricampo dei David di Donatello, quest’anno proposti in un’edizione particolare, senza pubblico e con gli attori presenti su un maxi schermo.
Come ha trascorso il periodo di lockdown?
È stato un periodo che ha aiutato molto la riflessione. L’aspetto più negativo è stato non poter vedere mia madre, che vive in Abruzzo. Ho vissuto in isolamento a Roma, interrotto solo dalla radio. Ho continuato a lavorare al mio programma “Arca dell’arte e del libero pensiero”, in onda su Radiofreccia. La radio non si è mai fermata, abbiamo tenuto duro. Ci siamo organizzati bene, rispettando tutte le misure di sicurezza. Si arriva a scaglioni, siamo tutti separati, ognuno di noi pulisce la sua postazione. Abbiamo il microfono personale, la cuffia personale, disinfettanti: tutto ciò che occorre per lavorare in sicurezza. In radio ho uno pseudonimo: Bob Revenant. L’ho scelto perché è stato un ritorno al mio primo amore. Ho iniziato con Gianni Lussoso, a Pescara, nella Radio 7 giorni 7, quando ero appena un adolescente. Uno straordinario successo lo ha riscosso il personaggio di Jack Folla, a cui ho dato voce, nel programma “Alcatraz”. Revenant, il redivivo. Come Leonardo Di Caprio. Mi sembrava un nome molto bello ed evocativo.
Quali sono i punti di forza del suo programma?
L’empatia che crea la radio non la trasmette nessun mezzo, almeno per come intendo io fare radio. Il rapporto che si crea con gli ascoltatori è amicale e questo è servito molto anche a me, durante questo periodo di chiusura: ci siamo tenuti compagnia a vicenda. Si chiama “Arca dell’arte e del libero pensiero” perché vuole essere un’isola felice. Il mondo si sta abbrutendo, c’è troppa cattiveria, troppo egoismo. Il nome richiama l’arca di Noè. Non posso salvare il mondo con il mio programma, ma volevo parlare di cose belle. Ci sono regole precise, che valgono per tutti: non si giudica, non si fa polemica, ma si esprimono opinioni. Non si parla di politica e di religione. Sono le regole per navigare in questo mare di vita. Il lunedì sera andiamo a pesca di notizie: sfogliamo una rivista, un giornale, e ci informiamo in modo bello. Si parla di sentimenti, di emozioni, tutto in chiave molto positiva, con leggerezza. C’è grande interazione con gli ascoltatori, ci arrivano sms, messaggi whatsapp, messaggi audio. Ne arrivano centinaia ogni sera.
Come vede la ripartenza del lavoro di doppiatore?
Credo che sia davvero difficile poter fare questo lavoro in totale sicurezza. Il doppiaggio è molto promiscuo: le sale sono piccole, ci lavorano varie persone. Non è un lavoro che si può fare con la mascherina. Bisognerebbe arrivare scaglionati, lavorare da soli, disinfettare tutto. Ognuno dovrebbe avere il suo spazio. È una fase ancora a rischio.
Quali sono stati i suoi impegni prima della chiusura?
Negli ultimi tempi mi hanno chiamato soprattutto per gli attori di cui sono la voce ufficiale. Prima dello stop ho doppiato Jim Carrey in “Sonic” e nelle prime puntate della nuova stagione di “Kidding”.
Come vede il futuro del set e del mondo dello spettacolo in generale?
Il mondo dello spettacolo risente moltissimo del divieto di aggregazione, dai concerti al teatro, fino ad arrivare alle produzioni cinematografiche. È impossibile, sul set, non avere contatti fisici. Gli Stati Uniti, il centro principale del mio lavoro, sono in ginocchio. Il futuro è un grande punto interrogativo, dobbiamo vedere cosa accade dopo le riaperture. Sicuramente in questo periodo stiamo vivendo una forte amputazione con le scuole. I corsi dell’Accademia del Doppiaggio, che tengo con Christian Iansante in tutta Italia, hanno avuto uno stop. Bisogna capire se a settembre si potrà riprendere e in che modo. L’unica cosa che possiamo fare, al momento, è rispettare le regole con attenzione.
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