Checco Zalone ritrova il regista Nunziante: si ride con “Buen Camino”

Il comico pugliese da oggi sul grande schermo a cinque anni da “Tolo Tolo”. Un viaggio tra Italia, Francia e Spagna ricco di umorismo nero e canzoni
ROMA. Invece di lamentarsi del «politicamente corretto bisogna essere intelligentemente scorretti, io non avverto questo problema, l’avete visto nel film». Lo dice Luca Medici in arte Checco Zalone, parlando della sua nuova commedia, Buen Camino, che segna il suo ritorno nelle sale (comprese quelle abruzzesi) a cinque anni di distanza da Tolo Tolo, proprio il giorno di Natale, in ben 1000 copie con Medusa Film. Dietro la macchina da presa rivediamo Gennaro Nunziante, che ha scritto il film insieme a Medici, ricomponendo la coppia d’oro dei record in sala, che si era separata solo per le pellicola del 2020. Stavolta Zalone, in una storia che riserva anche battute su Gaza, Schindler's List e l’11 settembre, interpreta Checco, il rampollo viziato ed egomaniaco, di un industriale dei divani.
Invece di lavorare, trascorre tutto il suo tempo con la sua fidanzata modella 25enne tra una super villa piena di statue e quadri autocelebrativi, yacht e feste come quella che sta preparando con 800 invitati per i suoi 50 anni. Festeggiamenti che deve rimandare quando l'ex moglie Linda (Martina Colombari) lo chiama per dirgli che la figlia adolescente, Cristal (Letizia Arnò), è scomparsa. Checco ritrova la ragazza in Francia dove la figlia, in cerca di valori autentici, sta per iniziare il cammino di Santiago di Compostela, lungo 800 km. Un’impresa in cui l’uomo, pur di riportarla presto a casa, decide di accompagnarla, tra ostelli, vita semplice (o quasi), disavventure, ricoveri e rinascite. Nel cast, fra gli altri, anche Beatriz Arjona, Hossein Taheri e Alfonso Santagata.
«Con Luca la prima cosa che facciamo è chiederci chi è Checco oggi. Quando lo abbiamo immaginato stavolta, abbiamo pensato a un ricco», spiega Nunziante, «e che il Cammino di Santiago potesse rappresentare qualcosa di completamente stridente con la sua vita perché da ricco lui si è considerato un Dio ma non si è mai messo alla ricerca di Dio. Solitamente la ricchezza si sostituisce alla divinità e infatti al cammino lui ci arriva in Ferrari». Venendo alle aspettative per il film (producono Indiana Production con Medusa in collaborazione con Mzl e Netflix) di grandi incassi, «è inutile essere ipocriti... ci aspettiamo di fare i soldi», dice Zalone sorridendo. «Ci sono grandi aspettative anche per i dati arrivati sulle prevendite. Questo James, come si chiama, Cameron», scherza, riferendosi al regista di ‘Avatar: Fuoco e cenere’, «dovrebbe svegliarsi il 26 e chiedersi “ma chi cazz è sto Zalone?”».
@RIPRODUZIONE RISERVATA

