David Riondino a Pacentro, l’intervista: «Versi di Cervantes e Ariosto, così omaggio i classici»

L’attore, regista e autore apre domani il festival Voci&Voci, dove porta lo spettacolo “Storie di dame e cavalieri”: «Mi piace l’idea di una comunità che si riunisce per sentire testi fantastici e divertirsi come si faceva all’epoca»
PACENTRO. «L’idea di raccontare le storie del mondo cavalleresco è nata un poco alla volta, insieme al chitarrista Andrea Candeli, prima mettendo in scena solo le opere di Cervantes e in seguito quelle degli altri autori come Ariosto e Boccaccio». Inizia così l’intervista a David Riondino, mentre è in macchina (direzione Marche) e risponde alle domande, incurante forse delle indicazioni del navigatore che fa da sottofondo. Il suo recital Storie di dame e cavalieri apre domani sera, alle 21.30, a Pacentro la seconda edizione del Festival Voci&Voci, ideata e diretta da Guido Galterio.
Il poliedrico artista dalla grande capacità di improvvisare sperimenta con successo un teatro all’insegna della commistione di generi diversi tra poesia, satira, testi classici e musica dal vivo. Per l’occasione il cantautore sarà accompagnato dal chitarrista Andrea Candeli e dal flautista Stefano Maffizzoni, che condurranno lo spettatore in un viaggio senza tempo, tra le figure cavalleresche di alcuni dei maggiori autori dell’epica italiana e straniera. Una silloge di storie reinterpretate in chiave contemporanea.
Di cosa parla il suo spettacolo?
«Lo spettacolo è un insieme di racconti dell’epoca cavalleresca. Tratto l’Orlando Furioso, intermezzato con alcune ottave di Ariosto. Per esempio racconto della novella L’uomo più bello del mondo (nel canto XXVIII dell’Orlando furioso, ndr) e delle sue avventure con le donne di tutta Europa. Recito la storia della Fata di Mantova. Poi un passaggio è dedicato a un altro grande cavaliere della letteratura, Don Chisciotte, nato dalla penna di Cervantes; riproduco alcuni poemi italiani dell’Ottocento scritti in versi, in cui appare il personaggio, in una miscela di comico e tragico, emozione profonda e leggerezza. Non manca il mondo medievale delle storie di Boccaccio alle sue novelle nel Decameron. Andrea Candeli suonerà brani di repertorio di chitarra classica insieme al flautista Stefano Maffizzoni e anche alcune mie canzoni».
Lei ha inciso anche dei dischi. Proporrà al pubblico anche alcuni dei suoi brani?
«Alcune canzoni ci sono, quelle tratte dalle novelle di Boccaccio, come Madonna Filippa e Federico degli Alberighi. Sono contenute in un mio cd, Bocca baciata non perde ventura, anzi rinnova come fa la luna. Canzoni dal Decameron di Giovanni Boccaccio. In realtà è stato un lavoro iniziato in una trasmissione radiofonica».
Storie di dame e cavalieri è un recital tragi-comico. Perché la scelta di raccontare dei testi così lontani dal nostro tempo?
«Raccontare le novelle in versi è un omaggio ai nostri classici e un modo per continuare a divertirsi come facevano in quell’epoca. Mi piace l’idea di una comunità che si riunisce per ascoltare testi fantastici non proprio recenti e forse meno noti».
Lo spettatore cosa dovrà aspettarsi questa volta?
«Di divertirsi!»
E lei?
«Mi diverto anch’io in tutti i miei spettacoli».
Come accade con il suo storico collaboratore, Dario Vergassola?
«Dario è un grande improvvisatore. In uno dei tanti spettacoli che abbiamo portato in giro per l’Italia, io gli pongo una serie di domande su Madame Bovary, lui è totalmente ignaro di ciò che gli chiederò. (ride)».
Ci spieghi meglio...
«Immaginiamo che l’Italia sia afflitta da un ritorno di analfabetismo e il ministero della Cultura lancia una campagna nei teatri con l’obiettivo di alzare il livello medio degli attori di cabaret. Viene scelto un comico a caso, cioè Vergassola, tra i più ignoranti in letterature classiche, che viene sottoposto a una sorta di interrogatorio. A lui non importa nulla di sapere di questi testi e quindi risponde a modo suo. Dario è una persona finemente acculturata. Il tutto è inventato insieme a lui per creare lo spettacolo e rendere le persone consapevoli della qualità dei testi letterari, che noi riproponiamo in scena, e allo stesso tempo per divertire il pubblico».
Lei è un artista versatile, ha anche diretto un suo film. Sta lavorando su qualche nuovo progetto?
«Ho girato molti documentari, tra cui quello sui poeti cubani che improvvisano in versi. Ho appena terminato un lavoro sul fumettista Sergio Staino, un caro amico. In questi giorni sto montando un documentario ispirato alle mie canzoni su Boccaccio e realizzato durante un tour in Italia fatto con alcuni professori universitari e musicisti».
Ha nominato Staino, ma non è l’unico fumettista con cui ha lavorato.
«Ho collaborato con Milo Manara per il libro Il trombettiere, all’interno del quale ci sono cento di suoi meravigliosi disegni».
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