Guida espresso 2026, dieci abruzzesi al top: ecco le eccellenze dell’ottava arte

4 Novembre 2025

Cinque Cappelli e punteggio massimo al “Reale” di Romito; sale a quattro “Villa Maiella”. Un grande risultato a cui hanno certo contribuito i nomi storici della ristorazione, ma anche diversi nuovi

MILANO. Se la cucina mediterranea creativa di Daniele D’Alberto (con la supervisione di Heinz Beck) è la “sorpresa” del panorama Abruzzo offerto dalla guida ai 1000 ristoranti d’Italia 2026 dell’Espresso, il “pensiero puro” di Niko Romito eleva anche la più stretta compagine territoriale ai massimi livelli dell’eccellenza della ristorazione italiana.

Secondo la 46ª edizione delle Guide dell’Espresso – progetto a cura di Luca Gardini, che comprende anche I 1000 Vini d’Italia – presentate in anteprima qualche giorno fa al teatro Arcimboldi a Milano, Il Reale di Niko Romito a Castel di Sangro si attesta tra i sei ristoranti che quest’anno hanno ricevuto il massimo riconoscimento, i cinque Cappelli, con il punteggio massimo di 20/20, insieme a Osteria Francescana di Massimo Bottura (Modena), Cracco di Carlo Cracco (Milano), Duomo di Ciccio Sultano (Ragusa) e, per la prima volta, anche Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo (Orta San Giulio, in Piemonte) e Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni (Senigallia). Ventuno in tutto i cinque cappelli, tre quelli guidati da chef donne: Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò), Jessica Rosval (Al Gatto Verde) e Nadia Santini (Dal Pescatore).

Il Reale di Niko Romito, si legge nella motivazione, eleva la materia a pensiero puro: una cucina ascetica e luminosa, dove l’essenziale diventa emozione e la semplicità, frutto di rigore assoluto, si fa rivelazione. E sono dieci in totale i ristoranti abruzzesi premiati in guida: oltre ai cinque cappelli a Reale, quattro cappelli sono andati a Villa Maiella a Guardiagrele; tre Cappelli a La Bandiera a Civitella Casanova due Cappelli ai ristoranti Al Metrò a San Salvo, Café Les Paillotes a Pescara, Rotta Cucina e Ristoro a Giulianova, Zunica 1880 a Civitella del Tronto, Mammarossa ad Avezzano, Osteria dei Maltagliati a Torano Nuovo; infine, un Cappello al ristorante Chichibio a Roccaraso.

«Dieci ristoranti segnalati tra i top trecento d’Italia è un risultato eccellente per l’Abruzzo», considera Fabio Riccio, storico ispettore di zona (Centro - Sud)». Per Riccio, i numeri sono eloquenti quanto viste e assaggi effettuati in lungo e in largo nella sua fascia di competenza. «L Abruzzo si rivela in gran forma», dichiara, «l ’asticella sale e riflette la crescita della cucina italiana degli ultimi anni, la nostra mappa gastronomica fotografa un Abruzzo in movimento ascendente. Merito dei mostri sacri come Niko Romito e il Villa Maiella dei Tinari, («con Arcangelo ai fornelli e Pascal in sala, che conducono un progetto gastronomico che mantiene un’identità chiara, in costante dialogo col paesaggio», recita la guida, ndr) ma anche per merito di gente nuova».

«Per essere più espliciti», aggiunge il critico, «l’Abruzzo conta dieci premiati col Cappello dell’eccellenza, quando la Liguria ne ha avuti undici, le Marche sedici, l’Umbria sette e la Puglia, che rispetto all’Abruzzo fa tre volte e più di abitanti ed è in grande spolvero per numero di locali, conta giusto cinque ristoranti premiati».

Ai dieci abruzzesi segnalati con punteggio e scheda, si aggiunge poi la “fascia grigia” di consigliati (senza voto): altri ventuno ristoranti elencati tra le pagine della guida. Sono: Aprudia a Giulianova, Bottega Culinaria a San Vito Chietino, Caldora Punta Vallevò a Rocca San Giovanni, Carmine a Loreto Aprutino, D.One a Roseto degli Abruzzi, Da Bacone a Pescara, Don Evandro a Popoli, Elodia all’Aquila, Gli Ostinati-Trabocco Mucchiola a Ortona, Il Palmizio ad Alba Adriatica, Il Ritrovo d’Abruzzo a Civitella Casanova, L’Angolino da Filippo a San Vito Chietino, L’Angolo d’Abruzzo a Carsoli, Locanda del Barone a Caramanico Terme, Lucia Ristorante Hotel a Giulianova, Manetta a Roseto degli Abruzzi, La Corniola a Pescocostanzo, Soms a Pescara, Taverna de li Caldora a Pacentro, Vecchia Marina a Roseto degli Abruzzi, William Zonfa all’Aquila.

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