Di Loreto e l’invisibile che uccide piano piano 

L’artista abruzzese espone da oggi al a Castel dell’Ovo di Napoli nella collettiva “Moovartist 2019”

FRANCAVILLA AL MARE. Le sculture ambientaliste di Stefano Di Loreto esposte in anteprima a Castel dell’Ovo, sala Le Sirene, da oggi al 7 maggio nella mostra collettiva “Moovartist 2019” organizzata dalla Fondazione Amedeo Modigliani e da Moov-Visual communication.
La ricerca artistica dell’artista originario di Acciano (L’Aquila) e residente a Francavilla, è di nuovo alla ribalta internazionale. Questa volta con il progetto Moovart voluto dalla Fondazione di ricerca scientifica Modigliani con l’idea di promuovere artisti di ogni parte del mondo che eccellono in qualsiasi disciplina artistica, scultura, pittura, fotografia, ceramica, digital art. Dopo Napoli, dove l’edizione 2019 verrà illustrata ufficialmente oggi alle 13 a Castel dell’Ovo, prima del vernissage, il tour prevede tappe espositive a Liverpool in agosto, Miami in ottobre e New York in dicembre. Nella storica e prestigiosa sede napoletana saranno in mostra i lavori di una sessantina di artisti di varie discipline, provenienti dall’Italia e dall’estero. «L’arte può diventare una delle forme più attive di dissuasione del crimine» afferma Fabrizio Checchi, presidente della Fondazione Modigliani che ha sposato la filosofia del progetto Moovart qui in collaborazione con l’Associazione anti usura anti racket “Emergenza legalità”. La mostra si propone appunto di sensibilizzare i giovani sui temi della legalità.
E di fronte all’opera di Stefano Di Loreto la sensibilizzazione è declinata da tematiche altrettanto urgenti come la minaccia ambientale, la salute e l’alimentazione, il concetto filosofico di Tempo, la globalizzazione, la comunicazione, il concetto di humanitas. Fondatore di un movimento artistico che ha definito Decostruzione concettuale, Di Loreto è storicizzato per questo nell'Atlante dell’Arte contemporanea De Agostini ed è stato invitato a esporre alla Biennale di Venezia di due anni fa. Delle sue innovative sculture in plexiglass, “Toxicair”, dice: «L’oggetto c’è ma non si vede. L'attenzione è sul peso dell'invisibile e quanto esso in realtà ci sfugga. Non si tratta di un invisibile astratto, bensì di un invisibile concreto, materiale che sfuggendo alla nostra vista non percepiamo e sottovalutiamo, eppure esiste. È un invisibile che ha la forza di penetrarci impercettibilmente, e, peggio, di ucciderci pian piano, ad ogni respiro. Sono le invisibili nanoparticelle che inquinano l'aria e che pervadono e contaminano irrefrenabilmente le nostre cellule e il nostro Dna senza che ce ne rendiamo conto, il peso dell'invisibile...». L'artista abruzzese ha esposto i suoi lavori al Palazzo Versace di Dubai, al Louvre, all'Artexpò di New York e nel 2016 ha vinto il Premio Botticelli a Firenze.
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