Elio a L'Aquila: «Io, il Volo e Rocco: che abruzzesi!»

Al Festival della Partecipazione con le Storie Tese: «Prima il tour estivo, Assago e poi chiudiamo la band» 

L’AQUILA. «Dopo L'Aquila abbiamo un’estate di concerti. Ma l'impegno più importante sarà il 19 dicembre al Forum di Assago, potrebbe essere l’ultimo concerto di Elio e le Storie Tese. Facciamo attività da oltre trent’anni e non è facile mandare avanti una band». Si deve credere a Elio, che la butta là così col Centro? Intanto per i fan degli Elii e del loro pop-rock nonsense (in realtà sensatissimo e colto) l’appuntamento è a L'Aquila, al Festival della Partecipazione. «Il celebre complessino italiano tutto pepe conosciuto anche come EelST» si esibirà stasera a Collemaggio (ore 21, ingresso libero). In Abruzzo, nel Rosetano, le radici familiari del leader della storica band milanese: «I nonni paterni, Dante e Francesca Belisari, erano di Montepagano. Facevano i sarti, come molti a quei tempi. Si trasferirono a lavorare a Milano, in centro. Da poco ho scoperto che Montepagano è anche il paese di Gianluca Ginoble, uno dei cantanti del Volo». Allora dovrà fare un duetto con Gianluca. «Ah bè, sì».
A proposito di abruzzesi, ha collaborato con Rocco Siffredi.
«Sì, lui però è del sud dell'Abruzzo, noi siamo degli Abruzzi settentrionali».
Cosa proporrete nel concerto aquilano?
«Le nostre canzonacce, che però hanno entusiasmato generazioni di giovani. Ai nostri concerti ci sono un po’ tutti, gli ex giovani, quelli di mezza età, e anche i più giovani, che accanto a Fedez e Rovazzi per fortuna ascoltano anche noi».
Come giudica l’esperienza di giudice a X Factor?
«Molto bene. Su cinque volte, due ho vinto, con Nathalie e Giosada. Bella anche l’esperienza umana, sia per la relazione con le persone che vi lavorano, sia per i contenuti».
Il talent è utile o è un fuoco di paglia?
«Secondo me è utile. È una scorciatoia potentissima che dà l'opportunità di mettersi in luce col grande pubblico. È paragonabile a un master, come ha intelligentemente detto Skin. Per qualche mese si lavora con professionisti, imparando un sacco di cose che nessuno in Italia insegna. Il pericolo che resti un'esperienza a sé è insito nell’attività stessa di cantante, vale per tutti. X Factor genera ogni anno 3-4-5 cantanti. Poi però manca tutto il resto. Come insegna l'esperienza Rca (l'etichetta discografica che in Italia allevò e lanciò talenti, ndc), il cantante è frutto di una squadra di manager, discografici, compositori, autori dei testi, arrangiatori, produttori. Se non ci si afferma la colpa non è del talent ma dell'estinzione in Italia di queste figure professionali».
EelST più volte a Sanremo e spesso premiati. Cosa vi diverte del festival?
«Il festival ci piace tantissimo. A Sanremo siamo stati come concorrenti, giornalisti inviati, musicisti in manifestazioni parallele. Ora vorrei fare il conduttore, l’unica cosa che ci manca».
Che musica ascolta?
«Mi avvicino a tutto senza preconcetti. Ascolto più volentieri la musica degli anni '70, la lirica, l’opera. Mi piacciono quelli che suonano. Certo, la storia della musica è una storia di evoluzione, anche tecnologica. Ma la tecnologia deve essere uno stimolo per fare cose interessanti, non per fare meno sforzo. Anche noi abbiamo usato i campionamenti, ma c’è modo e modo».
Tifoso dell'Inter, come vede il futuro della Beneamata?
«L’obiettivo ogni anno è non andare in B, tutto quello che arriva in più è buono».
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