l'intervista

Elio e i nonni rosetani «Che piatti mangiavo!»

L’artista a Pescara il 26 gennaio con “Largo al Factotum” «Uno spettacolo che nasce per combattere la noia»

PESCARA. Un originale e divertente viaggio nel mondo della musica classica, nel perfetto stile che lo contraddistingue. È “Largo al Factotum” spettacolo «contro la noia» con protagonista Elio. Cantante, compositore, attore teatrale. Un diploma in flauto traverso conseguito al Conservatorio di Milano, ma anche una laurea in ingegneria. Il poliedrico artista, al secolo Stefano Belisari, si esibirà il 26 gennaio al teatro Massimo di Pescara (organizzazione Baltimore Produzioni, info al numero 3495520420).

Ad accompagnarlo non ci saranno le Storie Tese, ma il maestro Roberto Prosseda. Un atteso ritorno in Abruzzo per il leader di una delle band più amate del panorama musicale italiano. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ha definito “Largo al Factotum” uno spettacolo che vuole combattere la noia. In che modo?

Cercando di presentare canzoni e musiche che non si ascoltano tutti i giorni e che, probabilmente, non si ascolterebbero. Il tutto con delle caratteristiche di varietà che garantiscono il non annoiarsi dello spettatore.

Come nasce questo spettacolo?

Da un'esigenza mia, innanzitutto, che è, appunto, quella di non annoiarmi. Negli anni ho visto, con mia grande gioia, che è un'esigenza condivisa da altre persone, artisti ed esecutori dell'ambiente classico che ho incontrato nel tempo e con i quali è nata questa idea di mettere in piedi uno spettacolo interessante. Lo stiamo portando in giro da diversi anni. Le persone si ritrovano ad apprezzare e a canticchiare melodie complicate che non ascolterebbero in radio. Il motivo per cui ho iniziato a fare questo tipo di spettacoli è perché credo che la musica classica sia anzitutto bella e che vale la pena ascoltarla. Siamo in una fase storica in cui c’è bisogno di qualità. L'intento è di far ascoltare a chi non avrebbe avuto occasione o voglia di farlo della buona musica, sperando che poi se ne innamorino come è accaduto a me.

Com'è stata la risposta del pubblico?

Piuttosto varia. Nella stragrande maggioranza capita che le persone si ritrovano involontariamente ad ascoltare queste composizioni e ad apprezzare questo tipo di musica. Noi siamo contenti e lo sono anche loro in platea, sono contenti e sorpresi. Quindi, con una frase che non ho inventato io, si può dire che il pubblico del nostro spettacolo è confuso e felice.

Si parte con Mozart e Rossini, passando per le composizioni di Luca Lombardi. Ma c'è spazio anche per odi musicali dedicate agli «animali reietti» ...

Iniziamo in modo un po’ dolce e poi, attraverso un percorso tortuoso, arriviamo alle composizioni contemporanee. Queste sono odi ad animali che non vengono mai presi in considerazione quando si tratta di comporre. Si pensa sempre ad animali nobili, come il cigno o il leone, mentre noi siamo convinti che tutti abbiano il diritto di essere rappresentati in una composizione.

Mozart è stato incoronato artista più venduto del 2016. Un dato inaspettato e in controtendenza. Cosa ne pensa?

Sono contento. Prima di tutto perché nessuno può discutere sulla qualità delle composizioni di Mozart, così come degli altri compositori classici. È la prova che ci possono bombardare con materiale di qualità discutibile, ma alla fine, fortunatamente, il gusto dell'essere umano vince.

Che consiglio darebbe a un giovane che vuole intraprendere oggi la carriera di cantante o quella di musicista?

Il percorso è lungo. Paradossalmente suggerisco a tutti di non pensare di intraprendere una carriera, ma di dedicarsi alla propria passione senza pensare di trasformarla in un’attività, che è poi quello che ho fatto io. Né io né i miei soci pensavamo di farla diventare l'attività della vita, cosa che è accaduta grazie anche a una buona dose di fortuna. A un giovane dico sempre di suonare tutto quello che gli piace, di farlo al meglio delle proprie forze e possibilità e di farlo per stare bene.

Domanda di rito: com'è il suo rapporto con l'Abruzzo?

Ottimo. Vanto due nonni che sono nati e vissuti a Roseto. Sono affezionato a questa terra e a tutto quello che vi è legato, in particolar modo al cibo. Mi ricordo ancora adesso i piatti che preparava la nonna e che non ho più mangiato.

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