Pescara

La sfida di Melozzi vista da dietro le quinte tra selfie, sorrisi e orgoglio abruzzese

21 Luglio 2025

Dentro la Notte dei Serpenti: dal ciuffo da rockstar ai baci al pubblico in delirio. I saluti di Sospiri, l’arrivo di Andrea Delogu e le storie degli ospiti dell’evento

PESCARA. «Tu dici grazie a noi, ma siamo noi a dover dire grazie a te». A parlare è Mario Dragani, un anziano del gruppo corale “Grappolo sonoro” che ha portato alcuni bambini alla Notte dei Serpenti. Sono da poco superate le sette di sera quando sale sul palco per ringraziare l’inventore dell’evento, l’artista teramano Enrico Melozzi. Mancano due ore all’inizio dello show, il sole è ancora alto sopra Pescara. Melozzi sorride a Dragani. «Qui risvegliamo la cultura dell’Abruzzo dopo anni di buio», commenta il direttore d’orchestra più rock d’Italia. Ha l’immancabile ciuffo ben alzato, l’occhiale da sole tirato su. Dopo aver abbracciato l’anziano, si dirige verso il pubblico che lo acclama. «Me-loz-zi, Me-loz-zi», gli gridano. Il pubblico lo ama: ha colpito nel segno.

La Notte dei Serpenti è un delicato ingranaggio che deve essere ben oleato per poter funzionare. «Qui siamo tutti maniaci della perfezione. Curiamo ogni dettaglio», spiega Melozzi. Come un corridore durante una gara pensa solo al traguardo, alcune volte la fatica è così tanta «che ti accorgi di quanto hai realizzato solo quando ce l’hai alle spalle». Ma se chiedi al maestro cosa significa questa serata per l’Abruzzo, gli si illuminano gli occhi. Ci si può leggere il suo orgoglio: «Stasera si festeggia la regione più bella del mondo e la fine del suo buio culturale. Stasera mostriamo le nostre radici, ciò che fino ad oggi volevamo nascondere perché ci vergognavamo. Stasera, finalmente, il popolo è orgoglioso di cantare i propri canti e con questa serata lo legittimiamo». Chi ha lavorato con lui alle passate due edizioni del festival dice che quest’anno è «particolarmente tranquillo, sereno». In realtà, un po’ di preoccupazione c’è, com’è normale che sia per un evento del genere. «È un po’ di mania del controllo, voglio che tutto vada bene», spiega. Certo, in una serata così non è facile. Lui si mostra comunque sorridente. Risponde sì anche alla maggior parte dei tantissimi che gli chiedono di fare un selfie. «Ho il dubbio che alcuni me lo chiedano così, per riflesso, senza sapere veramente chi sono», confessa in camerino dopo un lungo punto stampa con il gruppo di giornalisti che lo ha accerchiato per una ventina di minuti abbondanti.

Questa tappa in camerino è obbligata: vuoi per la calca di gente, la brezza o l’inevitabile agitazione prima della diretta, ma il ciuffo si è un po’ abbassato. Bisogna rimediare. Il camerino, però, è troppo stretto. E allora il lavoro di trucco e parrucco si sposta fuori da lì, in mezzo al backstage, dove nel frattempo sono arrivate le autorità politiche. Ci sono il sindaco di Pescara Carlo Masci, il presidente della Regione Marco Marsilio (con l’artista ci sarà un saluto affettuoso) e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, che dà spettacolo insieme a Melozzi. Sospiri è vestito casual, jeans scuro e maglietta nera; il maestro indossa un completo bordeaux. «Sembri quasi uno serio», gli dice scherzando quando arriva, e poi aggiunge: «Guarda qui, tu rosso e io nero. Col tuo passato politico, se ci facciamo una foto non posso farla vedere ai miei parenti». «Facciamocela fare, invece, che c’è equilibrio politico», replica Melozzi. E Sospiri aggiunge: «Beh, siamo onesti: questo è più un vinaccia imperiale che un rosso proletario». Scoppiano le risate. Una cura efficace per sciogliere la tensione. E poco dopo arriva anche Andrea Delogu, tornata a presentare la serata per il secondo anno consecutivo. «Fa tutto lui, io devo dare solo ritmo, fare in modo che rispetti la scaletta», dice divertita.

D’altra parte, c’è un’equipe di professionisti che ha curato con cura ogni dettaglio dell’evento. Ogni tanto, però, è meglio lasciarsi andare all’istinto. «Il copione? Sì, l’ho letto una volta sola. Non lo so. Preferisco andare a braccio, va benissimo così», dice lui, che poi racconta il rapporto con gli altri artisti della serata: «Con Riccardo Cocciante ci siamo conosciuti due anni fa. Abbiamo un bellissimo rapporto e la sua voce è incredibile. Con Paola Turci, invece, ci siamo conosciuti qualche mese fa. È nata subito un’amicizia profonda. Recentemente le ho prodotto un pezzo e c’è stata subito chimica. Quando poi abbiamo lavorato insieme per questa serata, ci siamo trovati in una situazione incredibile. È stata una di quelle volte che capisci immediatamente che hai creato un prodotto eccezionale. Era tutto perfetto, non avevamo neanche bisogno di provare». Ad onor del vero, qualche check è stato fatto. «Sì, ma solo per il piacere di ascoltare la canzone», risponde. Ci siamo quasi. Delogu si è cambiata. «Sei pronto?», chiede a Melozzi. Lui: «Certo che sì». Prima, però, c’è l’ultimo giro in camerino. Un’altra passata di lacca e cambio d’abito. Dal completo vinaccia a uno nero. «Ha vinto la politica», commenta divertito. L’ironia al maestro non manca. Prende sottobraccio la conduttrice, salgono le scale che portano al palco. Dalla regia danno il via libera, tutto è pronto. L’Abruzzo è al centro dei riflettori: si va in scena.