22 luglio

Oggi, ma nel 2017, da Milano, il quotidiano meneghino "Corriere della Sera" annunciava la confessione, avvenuta due giorni prima, il 20 luglio, a Biella, davanti al procuratore della Repubblica Teresa Angela Camelio, di Dimitri Fricano, biellese di 30 anni, d’aver assassinato, con due coltellate alla gola -alcune fonti riferiranno di 57 fendenti complessivamente-, la fidanzata Erika Preti, di Pralungo, di 28, commessa in un supermercato di Biella, in località Lu Fraili di San Teodoro, in provincia di Gallura-nord est Sardegna, il 12 giugno precedente. L'omicidio era avvenuto poco prima delle 11.18, orario d’arrivo dell’ambulanza, durante la vacanza della coppia sull’isola, al culmine del litigio per futili motivi: presumibilmente per le briciole lasciate sulla tavola da pranzo al termine della preparazione dei panini in vista della gita in gommone a Tavolara. Il reo-confesso, essendo anche lui ferito, aveva tentato di far credere a magistrati e agli esponenti delle forze dell’ordine d'essere stati entrambi vittime della rapina sfociata nel sangue, proprio nella villetta nella quale erano ospiti. Lei, sempre stando alla testimonianza di lui, prima di ricevere i colpi di lama letali, lo avrebbe verosimilmente centrato alla testa con un fermacarte di pietra. Dimitri ed Erika erano legati sentimentalmente dal 2009. Il delitto aveva larga risonanza nel Belpaese. L’8 aprile 2022 l’autore del cosiddetto femminicidio (nella foto, particolare, la malcapitata) verrà condannato, in via definitiva dopo il passaggio in Corte di cassazione, a trent’anni di reclusione. Ma la sua detenzione, prima nel carcere d'Ivrea e poi nel penitenziario della sua cittadina di origine, sarà altalenante. Verrà, infatti, passato agli arresti domiciliari ed anche ricoverato nell’ospedale biellese di Ponderano a causa dell’obesità -arriverà a pesare 200 chilogrammi- e dei problemi di salute, come la polineuropatia agli arti sia inferiori che superiori, condizione causata anche dalle cento sigarette fumate al giorno. E i permessi per trascorrere tempo fuori dalla cella per consentire le cure desteranno ulteriormente scalpore nell’opinione pubblica.