L’Abbruzzesemedio spopola sul social: «L’ispirazione è venuta dai miei nonni»

Roberto Pavone è protagonista tra sketch divertenti e promozione del territorio: «È nato tutto per caso qualche mese fa, poi ho visto quanto sia bello strappare un sorriso a chi soffre»
SCAFA. Raccontare la vita di tutti i giorni in Abruzzo con leggerezza e sincerità, senza sovrastrutture o finzioni. Questo è quello che sta facendo da qualche mese attraverso i social Roberto Pavone, spopolando soprattutto tra i più giovani con il progetto L’Abbruzzesemedio. Tra risate e sketch in dialetto, esportando la cultura popolare regionale con grande successo. A partire dalla sua Scafa e, in particolare, dalla sua famiglia.
Com’era il Roberto bambino? Dov’è cresciuto?
«Sono nato a Chieti, ma dico sempre che sono cresciuto e molto probabilmente morirò a Scafa. Tutta la mia infanzia l’ho trascorsa con i nonni materni. Abitavo al piano di sopra, eppure volevo trascorrere ogni singolo minuto con loro perché mi coccolavano in un modo speciale».
Quanto ha inciso questo suo background d’infanzia sull’Abbruzzesemedio?
«Tantissimo, i miei nonni Amedeo e Filomena hanno influito tanto sulla mia crescita. Si parlava rigorosamente in dialetto, mi raccontavano tante storie affascinanti e, cosa non secondaria, sono cresciuto davanti ai fornelli di nonna, tra tradizioni culinarie e tanta condivisione. Proprio questo ha fatto la differenza, rispetto a tanti adolescenti di oggi».
In effetti oggi è difficile vivere esperienze simili...
«Premetto che non sono vecchio, anzi. Sono del 1999, ma credo che la mia generazione sia stata da spartiacque con quelle successive. Non trascorrevo i pomeriggio con il telefonino, al contrario giocavo con i miei amici all’aria aperta tra nascondino e le capanne sotto al fiume. Diciamo che ho ricevuto un’educazione spartana, quasi wild (ride, ndr). Oggi purtroppo non è così e mi dispiace tanto».
Arrivando ai giorni nostri, qual è stato il momento di svolta con i social? Tutto calcolato?
«Mi piacerebbe dirle di si, ma in realtà è stata una cosa inaspettata. Qualche mese fa ho postato un video di un cinghiale in un tombino, solo per divertimento. In poco tempo ha fatto cinque milioni di views. In quel momento ho capito che la gente vuole vedere cose vere su internet, senza finzioni o senza atteggiarsi. Da allora provo a raccontare quello che vivo quotidianamente, tra musica, cibo e divertimento».
Prima di diventare l’Abbruzzesemedio, di cosa di occupava?
«Ho sempre lavorato, soprattutto nell’attività di famiglia, la Brico Mio Emporio Chiacchia, a Scafa, aperta da mio nonno quarant’anni fa e portata avanti anche da altri parenti. Prima ancora, ero impiegato in una ditta di trasporto di bombole del gas. Insomma, so cosa voglia dire sudare per portare il pane a casa, quindi affronto quello che è diventato il mio nuovo impiego con serietà ma anche altrettanta umiltà».
È innegabile, però, che per spopolare sui social occorra una predisposizione caratteriale...
«Si e no. Certamente conta, però ciò che mi gratifica è sapere che chi guarda i miei video riconosce Roberto. Sono così anche nella vita privata. Se sei sincero, verrai premiato nella vita. Poi certamente devi lavorare sulla tecnica, essendo bravo a crederci e a sponsorizzarti bene. Ma le ripeto che la gente ama la sincerità».
Qual è stato il complimento più bello che ha ricevuto?
«Più che un complimento, le racconto un fatto. Spesso vengono i bambini a chiedermi delle foto e già questo è gratificante, ma una volta me l’ha chiesto una persona con una grave disabilità e l’ho vista felice dopo lo scatto. È facile far ridere chi sta bene, invece con chi lotta per vivere è un’altra cosa. Ho la pelle d’oca quando vedo che porto un sorriso sulle labbra di chi soffre. E anche un po’ d’imbarazzo».
In che senso?
«Otto mesi fa ero un perfetto sconosciuto e otto mesi dopo mi ritrovo a delle feste con chi mi chiede foto o saluti speciali. Le prime volte restavo di sasso, perché pensavo che non ce l’avessero con me. Ora non mi reputo famoso, eppure per un ragazzo come me fa sempre effetto ricevere questo calore».
Se le dico “Walterì”, cosa mi risponde?
«Walter Serraiocco è un bravissimo musicista col quale collaboro spesso. Nei nostri video scherziamo con il pubblico o sulle donne delle varie città abruzzesi. Siamo partiti insieme con il format Le domeniche abruzzesi e oggi spesso animiamo diverse serata spettacolo. Ci divertiamo come i pazzi, prendendo spunto proprio da chi abbiamo davanti».
I prossimi appuntamenti dal vivo?
«Venerdì saremo a Casoli in una cena spettacolo insieme a Vincenzo Olivieri, sabato al Country Festival di Cepagatti e domenica a Rocca Scalegna. Ci sono anche altre date ma mo’ nen me l’arcord’ (ride, ndr).
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