Il nuovo opuscolo

Le Capitali del Gusto 2 gratis con il Centro

Dalla liquirizia di Atri al pecorino di Farindola, dal carciofo di Cupello al confetto di Sulmona: il segreto di un prodotto buono è nel legame con il suo territorio

PESCARA. Il segreto di un prodotto buono è nel legame con il suo territorio: la vera occasione di rilancio turistico dell’Abruzzo è restituire l'identità al suo cibo. Il viaggio del Centro attraverso i borghi e i paesi che sono legati a perle enogastronomiche continua: in regalo con il giornale di domani, sabato 29 novembre, c'è il secondo numero de "Le capitali del gusto": cento pagine che raccolgono la storia, i racconti e le preziosità che ruotano intorno a luoghi che spesso conosciamo già, ma che più spesso crediamo di conoscere.

Chi sa, ad esempio, che a Guardiagrele esiste un torrone artigianale che viene prodotto tutto l'anno? E chi ricorda che l'originalità del pecorino di Farindola sta nel caglio di suino, che viene aggiunto al latte ovino crudo? Nel libriccino viene acceso un riflettore, ad esempio, sui fagioli di Paganica, riconosciuti Prodotti agroalimentari tradizionali e Antica varietà culturale, la cui coltivazione è storica ma che ora è oggetto di rilancio da parte dei produttori dell'intera area.

Immancabile, nella panoramica, è Tollo, piccolo reame di circa 4mila abitanti, quasi tutti viticoltori, che ha dato i natali alla dop più piccola d'Italia, Tullum, il cui principe indiscusso è il vitigno Montepulciano d'Abruzzo, che dà vita all'omonimo vino, prezioso per i Borboni. E se è facile ricordare che dobbiamo a Gabriele d'Annunzio l'invenzione del nome Parrozzo, lo è meno che questo dolce ha più anni della città di Pescara, dove è nato. Difficile da dimenticare è invece il Presidio Slow Food del pecorino canestrato legato al nome di Castel Del Monte, paese che giace nel paesaggio lunare che circonda la piana di Campo Imperatore. Questo formaggio viene prodotto con latte crudo "di alta quota", proviene cioè da pecore che pascolano in prevalenza sul versante meridionale del Gran Sasso e allevate anche a Barisciano, Ofena, Calascio, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia e San Pio delle Camere. Passando da un Parco all'altro, ma restando nella provincia dell'Aquila, in quello del Sirente Velino c'è Raiano, paese noto in Abruzzo per una tradizione antichissima che ruota intorno alle ciliegie, festeggiate originariamente a maggio e oggi a giugno.

È un fiore, il simbolo di Cupello, piccolo comune del Vastese di circa 5mila abitanti che ha fatto del carciofo un re: la sua presenza nella zona è documentata persino dai viaggi dell'Abate Serafino Razzi, nel 1500. Il Mazzaferrata è oggi prodotto e tutelato da una cooperativa che interessa anche i terreni di Furci, Lentella, Monteodorisio, Vasto e SanSalvo, ed è in odore di dop (denominazione di origine protetta).

Nella stessa area spicca il paese di Guilmi, legato alla ventricina artigianale, priva di conservanti chimici, caratterizzata da tagli di carne magra macerati con peperone e sale ed essiccati con un'affumicatura lenta, che dura un mese.

Un'incursione golosa nella valle Peligna la facciamo a Sulmona, città che diede i natali a Publio Ovidio Nasone e che da fin dai tempi dei romani è legata alla produzione dei confetti: quelli di mandorle erano usati ai matrimoni già ai tempi dell'imperatore Tiberio, e la fabbrica più antica ancora esistente ha più di duecento anni di storia. Ogni abruzzese dovrebbe sapere come sono i calanchi di Atri al tramonto, e un buon pretesto per scoprirlo è andare a caccia (o immaginarlo) della famosa liquirizia che veniva raccolta dai frati domenicani, per poi godere, a scopo curativo, del succo che estraevano dalle radici. Lo stesso metodo di produzione è applicato dall'azienda storica Menozzi-De Rosa, che ne ha avviato la lavorazione industriale a metà dell'800 e ora, giunta alla terza generazione, la mantiene pressoché intatta.

Il comune di Tornareccio rappresenta il lieto fine che ci si aspetta da ogni storia che inizia con un buon contenuto e continua con una buona narrazione: grazie alle iniziative di sensibilizzazione e illustrazione del suo miele, oggi il nome del paese è in simbiosi con il prodotto e anzi ne rappresenta una garanzia: un valido motivo per preferirlo a qualsiasi altro marchio affermato in larga scala.

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