L’importanza di combattere e resistere nelle storie di “Materiali Resistenti”, il libro di Telese e Aprile

È stato presentato all’Auditorium Sirena di Francavilla al Mare per SquiLibri Festival: «I diritti sono già stati sotto attacco, ma ora si è perso il pudore nello sfregiare chi prova a difenderli»
FRANCAVILLA AL MARE. «Ascolti la presentazione del libro e ti viene voglia di comprarlo e leggerlo tutto in una sola volta». È questa le sensazioni di chi, ieri, all’Auditorium Sirena di Francavilla ha partecipato alla presentazione del libro Materiali Resistenti, la nuova opera scritta a quattro mani da Marianna Aprile e Luca Telese. «È un libro nato dalle storie che, spesso, io e Luca ci raccontavamo e che, oltre ad avere qualcosa in comune, meritavano di essere ascoltate», apre così il dibattito Marianna Aprile, giornalista, scrittrice e conduttrice del programma In Onda su La7 con Telese. «È venuto fuori un giro d’Italia con storie diverse di forme di resistenza. Modi in cui i singoli, i gruppi e le comunità provano a fare le cose giuste in un Paese che ormai mette in pericolo i diritti della Costituzione».
L’opera è un viaggio tra volti, diritti, e storie di resistenza quotidiane. Storie che nel piccolo possono apparire insignificanti ma che invece hanno un peso enorme: quello di resistere e di combattere. Il direttore del Centro, Luca Telese, incalzato da Luca Pompei, moderatore dell’incontro organizzato da Squilibri per il festival delle narrazioni, prosegue la presentazione. «Sentivamo il bisogno di raccontare lo scudo che è la Costituzione, uno scudo protettivo che a volte sembra invisibile ma che ha il compito di tutelare tutti. È importante combattere per i diritti e per chi rischia di perderli, queste storie di resistenza ci aiutano a capire il valore che ha questa battaglia e l’importanza di combattere, sempre e comunque».
L’almanacco di storie e battaglie raccontate dai due autori sono quelle dalle lotte nel mondo del lavoro o in difesa della Carta costituzionale a chi salva migranti in mare, dai ritratti di personalità straordinarie di questi anni ai racconti degli eroi in tempo di guerra, un libro di gente convinta di non fare niente di che, o mai abbastanza. E che invece a suo modo, per quel che può, per come può, resiste. «Andrea Costa ha rischiato 7 anni di prigione perché con un pulmino ha accompagnato un gruppo di migranti da Roma in Liguria per aiutarli a raggiungere il confine per andare in Francia o in Germania a ricongiungersi con le famiglie» racconta Telese, passando poi alle vicende della Brigata Majella e l’importanza del ricordo: «I testimoni di queste storie stanno pian piano sparendo, sta a noi tenerne vivo il ricordo e finché lo faremo, ci sentiremo meno soli in questa battaglia».
La resistenza sono anche quelle persone che salgono sulle navi delle Ong e vanno per mare a salvare i migranti che annegano abbandonati a loro stessi, o a chi, senza pensarci due volte, ha affrontato le battaglie direttamente sui campi di guerra. Racconta Marianna Aprile: «Sono stata su una nave Ong l’anno scorso e ho vissuto sulla mia pelle le sensazioni che prova la povera gente ad affrontare un viaggio del genere. Abbiamo salvato 88 persone che stavano per affondare con un gommone. Chi rischia di annegare va salvato, ma questo è un principio che si sta sgretolando anche nelle nostre coscienze. L’unico modo per uscirne è non voltandosi dall’altra parte».
E prosegue: «Chi sognava di realizzare quello che succede oggi con le navi Ong, era Gino Strada, ma tutti i volontari sanno che lui non c’è ma c’è, li sostiene dall’alto», e Telese ribatte: «Uomini come Gino sono dritti e non si piegano alle prepotenze», o ancora, continua Marianna, «Olmo Parenti, videomaker che ha studiato a Boston. Una volta tornato in Italia ha deciso di registrare le vicende dei braccianti stranieri, stipati nel “ghetto” di Borgo Mezzanone. Ne ha fatto un documentario e, con i soldi incassati, ha costruito una scuola d’italiano per questa gente». Le storie, incredibili, raccolte nel libro testimoniano che resistere significa lottare, opporsi, “fare la cosa giusta in un Paese che sbaglia” e gli autori non si limitano a raccontare, ma girano, conoscono, parlano e portano gli esempi, tangibili, di chi ogni mattina si sveglia, sceglie di combattere per i suoi diritti e per quelli degli altri e non si astiene dal prendere parte alla resistenza.
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