L’intervista a Willie Peyote: «L’ironia ci può salvare la vita, il rap è sempre attuale»

8 Agosto 2025

Il cantante si esibirà lunedì 11 agosto al Porto turistico Marina di Pescara: «Oggi si sceglie in fretta se una cosa ci piace o no»

PESCARA. «“Grazie ma no grazie” è nata per caso, mentre ero in Ecuador a trovare mia sorella. Mi è venuta l’idea di questo titolo ossimorico e poi il resto si è scritto da sé. Non è stato un pezzo ragionato, è stato un pezzo di pancia». Farà tappa anche a Pescara con il suo “Grazie ma no grazie Tour - Estate 2025” Willie Peyote. Il cantautore torinese, al secolo Guglielmo Bruno, si esibirà al Porto Turistico lunedì 11 agosto alle ore 21.30, nell’ambito dello Zoo Music Fest (ideato e organizzato da Elite Agency Group e Alhena Entertainment, inserito nel cartellone di Estatica). Il titolo della tournée prende il nome dal brano che il cantautore ha portato in gara, lo scorso febbraio, al Festival di Sanremo, pubblicato, con altre tre tracce, nella riedizione del disco Sulla riva del fiume. Un ritorno alle sonorità dei primi lavori, che conclude la Trilogia Sabauda.

Quest’anno ha festeggiato i dieci anni dall’uscita di “Educazione Sabauda”… «Dieci anni sono lunghi, sono cambiate molte cose. Sono successe anche cose giganti, come la pandemia, che ci ha cambiati molto nelle abitudini. Anche la musica è cambiata molto, è cambiato il modo in cui fruiamo della musica. Oggi decidiamo in pochissimo tempo se una cosa ci piace oppure no».

Qual è la forza del rap?

«Oggi, in particolare, il rap è un genere che viene utilizzato soprattutto dalle generazioni più giovani per esprimere il proprio disagio, il racconto delle periferie. Il rap dà spazio al racconto e dà voce alle persone che magari in altri contesti non la avrebbero. Credo che darà sempre la forza a chi non potrebbe esprimersi altrimenti».

Nel brano “Narciso” canta “Come polvere sottile. Questa idea del fallimento si posa dappertutto, la respiri e ti entra dentro”. Quanto siamo condizionati da una società che ci vuole performanti a tutti i costi?

«Ci mette un po’ di pressione, nel senso ci sentiamo costantemente messi a confronto con la perfezione degli altri come viene raccontata. Viviamo tutti con l’ansia del confronto e con il bisogno di esporci e alla lunga non ci fa bene, perché, appunto, abbiamo tutti un po’ di ansia da prestazione, qualunque cosa facciamo».

Altro testo molto significativo, “La legge di Murphy”. L’ironia ci salverà?

«L’ironia ci può dare sempre una mano a supportare meglio le difficoltà o a prenderle con più leggerezza. Un sorriso e una battuta alleggeriscono sempre le situazioni, vale in tutti i campi della vita. Se si può gestire con ironia quello che ci accade, anche le cose negative, è sempre meglio».

Con il brano “Mai dire mai (La locura)”, riproposto nella riedizione del nuovo disco, ha vinto il Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo 2021 Cosa ha rappresentato per lei questo riconoscimento?

«Sicuramente è stato, ad oggi, il più grande riconoscimento che ho ricevuto in carriera. È una grande soddisfazione avere il Premio della Critica che porta un nome così importante, come quello di Mia Martini, grandissima interprete della musica italiana. Mi inorgoglisce, senza dubbio».

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