Mazzocchetti in tv: «Mi butto nell’arena per gioco e passione» 

Il tenore pescarese concorrente al Tale e Quale Show «Mi sono preparato, per le imitazioni la voce non basta»

PESCARA. «Mi reputo una persona fortunata, che ha vissuto e vive grazie a una passione: la musica». Si prepara ad aggiungere un nuovo tassello alla sua carriera, Piero Mazzocchetti. Il tenore pescarese è stato scelto tra i 12 protagonisti della nuova edizione del programma “Tale e Quale Show”, in onda da oggi, in prima serata, su Rai1.
Una carriera iniziata nel dicembre del 1998 in Germania, il Paese che l’ha scoperto e lanciato. Poi il ritorno in Italia, la partecipazione al Festival di Sanremo del 2007, dove ha conquistato il terzo posto, il musical in tre dimensioni “L’arca di Giada”, i concerti in tutto il mondo, i numerosi e prestigiosi riconoscimenti, come il Premio Mia Martini Speciale 2011, l’apertura della Crossover Academy a San Giovanni Teatino. Per Mazzocchetti inizia una nuova sfida: imiterà big della musica nazionale e internazionale nelle 11 puntate del varietà condotto da Carlo Conti. L’edizione 2016 del programma fu vinta da Silvia Mezzanotte. Nel 2012 fu il “cantattore” e cantautore pescarese Giò Di Tonno a salire sul gradino più alto del podio. Molto variegato il cast, composto da showgirl, cantanti, attori e conduttori. Protagonisti, con Mazzocchetti, saranno: Valeria Altobelli, Edy Angelillo, Federico Angelucci, Filippo Bisciglia, Marco Carta, Alessia Macari, Benedetta Mazza, Annalisa Minetti, Mauro Coruzzi Platinette, Donatella Rettore e un ex giudice della trasmissione, Claudio Lippi. Non mancherà un altro fedelissimo del programma, un altro celebre abruzzese, Gabriele Cirilli, presente in qualità di ospite d’onore fuori gara. In giuria: Loretta Goggi, Enrico Montesano, Christian De Sica. Il Centro ha intervistato Mazzocchetti alla vigilia della partenza del programma. Ecco cosa ci ha raccontato.
Cosa rappresenta per lei la partecipazione a un programma come “Tale e Quale Show”?
E’ un modo per mettermi in gioco e interpretare artisti che amo. Cercherò di imitarli il più possibile, non sarà facile.
Come si prepara ad affrontare questa nuova sfida?
Mi sto preparando più che altro psicologicamente, perché non bisogna essere bravo solo con la voce. Bisogna entrare di volta in volta nei vari personaggi, cercando di emulare le loro movenze, le mimiche facciali. Insomma, per qualche giorno smetti di essere Piero e diventi qualcun altro.
Come è arrivato nel cast?
Ho fatto un provino in estate, così per scherzo, e sono stato chiamato dalla produzione. Hanno reputato interessante che un artista crossover volesse cimentarsi in un’esperienza completamente nuova.
C’è un artista che le piacerebbe imitare e perché?
Roby Facchinetti. Amo i Pooh e in modo particolare la sua voce. Sono cresciuto con la sua musica e amavo, per gioco, imitarlo, anche se ogni artista è inimitabile.
Con quale dei colleghi partecipanti ha legato di più?
Ho legato molto con Claudio Lippi perché lo reputo, oltre che di una estrema simpatia, di una intelligenza sopraffina. Mi ha dato dei consigli preziosi su come affrontare lo stress che un programma del genere può portare.
Ha aperto un’accademia in Abruzzo per “dare possibilità ai giovani del territorio di studiare nella loro terra”. Un bilancio di questi anni di attività.
Della Crossover Academy sono molto felice e il bilancio è positivissimo. Tanti ragazzi si sono avvicinati in questi anni all’accademia e hanno apprezzato il nostro modo di formarli. La musica è un linguaggio universale straordinario e se si parte sin da bambini con una buona componente di talento e determinazione si può essere da grandi dei vincenti.
Cosa pensa della scena musicale italiana?
È diventata troppo confusa e i talent hanno contribuito a renderla tale A volte i giovani scelgono questa strada per emergere, ma io credo fermamente che non sia quella giusta. Certo, alcuni talenti sono emersi grazie a questi programmi, ma credo che sarebbero emersi ugualmente attraverso altre vie. Io preferisco le strade lunghe e tortuose: è lì che si determina se un talento è tale o non lo è. Una telecamera dovrebbe accendersi dopo anni di studio e non prima.