Parlano abruzzese le foto di D’Addario a Norimberga

19 Dicembre 2025

Figlio di emigrati, immortalò tutto il processo: le sue immagini sono entrate nei libri di storia

PESCARA. «Göring era molto amichevole con me, molto gentile, non sembrava la persona che aveva creato i campi di concentramento». La banalità del male, raccontata da Hannah Arendt nel suo reportage sul processo ad Adolf Eichmann nel 1963 a Gerusalemme emerge anche nelle impressioni riportate da Raymond D’Addario nella lunga intervista del 2002 al Robert H. Jackson Center for Justice (visibile su YouTube), il centro intitolato al giudice americano che fu procuratore capo al processo di Norimberga. Se le immagini del giudizio contro i gerarchi nazisti, chiamati a rispondere delle atrocità commesse per il regime di Hitler, sono state consegnate alla Storia lo si deve anche alla documentazione fotografica realizzata dal soldato americano Raymond D’Addario, figlio di un abruzzese emigrato negli Stati Uniti, Vincenzo D’Addario, nato nel 1881 a Torino di Sangro; Antonietta il nome della madre.

La vicenda di Ray D'Addario (1920-2011), nato a Holyoke, in Massachusetts, dove il padre aveva un negozio di alimentari, è stata raccontata da Rai Abruzzo, da un’idea del caporedattore Paolo Pacitti, in un servizio di Sergio Sciarra, che ha raccolto la ricostruzione fatta da Enrico Bellano, cupellese di origine, una lunga esperienza nella televisione di Stato come telecineoperatore. Il servizio è andato in onda ieri, giorno di uscita in sala del fim Norimberga di James Vanderbilt, che ricostruisce alcune fasi del processo a 21 gerarchi nazisti, colpevoli di infiniti orrori prima e durante la Seconda Guerra mondiale, culminati nell’Olocausto.

Su tutti Hermann Göring, interpretato da Russel Crowe, vice cancelliere del Reich, che si sottrasse alla pena di morte per impiccagione uccidendosi poche ore prima col cianuro. Oltre a lungometraggi e miniserie, filmati dell’Istituto Luce e documentari alimentati da immagini d’epoca, il primo processo di Norimberga, celebrato tra il 20 novembre 1945 e il 1º ottobre 1946 (cui seguirono altri giudizi contro militari nazisti), fu raccontato soprattutto attraverso migliaia di fotografie, e quelle scattate da Ray D’Addario sono entrate nei libri di Storia.

Una delle sue immagini più note è quella che ritrae il banco degli imputati, foto che rivelò al mondo il volto del male: in prima fila, da sinistra, vi sono Hermann Göring, il vice Führer Rudolf Hess, il ministro degli Esteri Joachim von Ribbentrop, il comandante della Wehrmacht Wilhelm Keitel, in seconda fila il presidente del Reich Karl Dönitz, l’ammiraglio Erich Raeder, il capo della Gioventù hitleriana Baldur von Schirach, il generale Fritz Sauckel. D'Addario lavorava come fotografo freelance dal 1938. Si arruolò nell'esercito degli Stati Uniti prima dello scoppio della guerra.

Dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbor fu assegnato a Londra come fotografo dell'esercito, che poi lo scelse insieme ad altri 12 membri del servizio fotografico militare per documentare il processo di Norimberga. D’Addario fu il più prolifico del team e il più influente, come sottolineò il New York Times in un articolo del 2011 per la scomparsa del fotografo di origini abruzzesi che aveva immortalato la Storia, ritraendo accusati e accusatori.

«In aula non potevamo parlare, indossavamo le cuffie, dovevamo restare concentrati», diceva D’Addario nell’intervista al Jackson Center ricordando le restrizioni imposte dal tribunale per le riprese fotografiche, come il divieto di usare il flash. Le migliaia di immagini da lui riprese, in bianco e nero e a colori, furono distribuite gratuitamente a giornali e riviste di tutto il mondo durante il processo e furono pubblicate in molti libri. Realizzò anche filmati muti del tribunale e della città di Norimberga devastata dai bombardamenti alleati. In seguito D'Addario fu nuovamente chiamato a documentare nei tre anni successivi altri giudizi per crimini di guerra commessi da oltre 200 militari tedeschi.

Mentre seguiva i processi Ray conobbe e sposò la rifugiata cecoslovacca Margarete Borufka, traduttrice al Palazzo di Giustizia. La coppia si stabilì poi a Holyoke e aprì in Maple Street un negozio di fotografia. «L'importanza del suo lavoro sta nel fatto che il nazismo e i suoi crimini non erano semplici documenti o resoconti trascritti da testimonianze», ha detto John Q. Barrett, professore di diritto alla St. John's University ed esperto del processo di Norimberga «Le sue fotografie catturano in modo unico i colpevoli in un modo che le sole parole non riuscirebbero a fare». Il sindaco di Torino di Sangro, Nino Di Fonso, ha annunciato che contatterà gli eredi del grande fotoreporter per organizzare un momento in suo ricordo.

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