“Sarà un altro giorno felice!” Al Sant’Andrea c’è Beckett

PESCARA. Prima replica dopo il debutto popolese per il nuovo spettacolo del Drammateatro “Sarà un altro giorno felice!”, tratto da “Happy Days” di Samuel Beckett, in scena oggi alle ore 18 al cine-tea...
PESCARA. Prima replica dopo il debutto popolese per il nuovo spettacolo del Drammateatro “Sarà un altro giorno felice!”, tratto da “Happy Days” di Samuel Beckett, in scena oggi alle ore 18 al cine-teatro Sant’Andrea di Pescara, sound design e musica originale di Germano Scurti.
In una riscrittura essenziale ed efficace operata dal regista Claudio Di Scanno e dall’attrice Susanna Costaglione, anche protagonista in scena nel personaggio di Winnie, lo spettacolo omaggia la drammaturgia e la poetica di Beckett, tra i più grandi autori della letteratura teatrale contemporanea, restituendone una visione e una interpretazione di grande resa scenica e interpretativa.
La vicenda è quella di una Winnie conficcata in una collinetta di terra, munita di una borsa e di un vezzoso ombrellino che costituiscono gli unici oggetti con i quali vuole entrare in contatto con la realtà circostante, vale a dire una dimensione oramai deserta e desolata. Dalla borsa estrae piccoli oggetti quotidiani, tra i quali uno specchietto, un rossetto, un fazzoletto e infine una rivoltella, in una coazione a ripetere che tenta incessantemente il dialogo con il marito Willie, interlocutore silenzioso e nascosto, anche lui semi seppellito, ma che nello spettacolo del Drammateatro è interlocutore invisibile costantemente evocato da Winnie. In un non luogo atemporale e privo di riferimenti spaziali, Winnie ripropone la sua condizione di estrema solitarietà, un piccolo pieno perduto nel vuoto di una esistenza scandita dal suono di un campanello che ne istiga il risveglio e il sonno. Nel vuoto dell’esistenza, tra frammenti di memoria personale che riemergono costantemente, cifra essenziale della scrittura beckettiana, Winnie è impassibilmente felice delle piccole cose che ritornano nella propria mente, insensibile alla estrema solitudine cui è costretta, quasi a definirne la condizione di sopravvissuta in un mondo post-atomico e desertificato. Attaccata alla vita, è felice di esistere, con se stessa e per se stessa, nonostante tutto. Così, ogni risveglio è per lei un dono divino, ad ogni risveglio afferma la felicità per un nuovo giorno.