Stabber: parlare di musica nella mia L’Aquila è un onore
Produttore di riferimento per la scena pop e hip hop, Tartaglini vive a Milano Tornerà nella sua città come protagonista del Graduation Day dell’università
L’AQUILA. Tornerà nella sua città, lì dove tutto è cominciato, nel seminterrato di un palazzo del centro storico. Allora c’erano i Souleloquy, uno dei primi riconosciuti progetti di rap all’Aquila e lui si faceva chiamare StabbyoBoy. Il loro demotape di esordio era stato ribattezzato “Ju Demo” negli anni Novanta. Da allora StabbyoBoy, ossia Stefano Tartaglini, ne ha fatta di strada. Oggi un sempre maggiore numero di persone lo conosce come Stabber ed è un produttore di riferimento per la scena pop e hip hop, con base a Milano.
Tornerà all’Aquila dunque, come protagonista del Graduation Day Univaq, la giornata dedicata alla consegna delle pergamene ai neolaureati dell’ateneo, circa due-trecento saranno presenti alla cerimonia in programma sabato 28 settembre alle ore 17 a piazza San Basilio, nello spazio antistante il dipartimento di Scienze umane. Del resto, alla pari della scrittrice premio Strega Donatella Di Pietrantonio, protagonista della cerimonia dello scorso anno, Stabber si è laureato in UnivAq, concludendo nel 2006 la carriera accademica in Fisica che ha sviluppato parallelamente a quella musicale.
Ha iniziato militando nella scena rap, all’interno della quale si è affermato in poco tempo come uno dei producer più innovativi, collaborando con artisti del calibro di Danno (Colle Der Fomento), Salmo, Nitro, Fabri Fibra, Gemitaiz, InokI; ma la sua preparazione musicale e il suo eclettismo lo hanno portato ben presto a lavorare anche con artisti come Motta, Coez, Raphael Gualazzi, Coma_Cose, Gaia, e molti altri. A marzo di quest’anno è uscito il suo primo producer album, “Trueno”. Un disco che vede insieme Salmo, Annalisa, Angelina Mango, Noyz Narcos, Danno, Crai, Venerus, Gemitaiz, Noemi, Gaia, Ginevra, Laila Al Habash e tanti altri. «Il concept dell’album», spiega Stabber, «si esprime a pieno nel titolo. La AE86 Sprinter Trueno è una vecchia Toyota in produzione tra l’83 e l’86 e proprio questa piccola automobile a trazione posteriore è diventata il simbolo di quello che oggi è noto come drifting, disciplina che consiste nel guidare sbandando in modo controllato. L’idea era quella di fare musica che sbandasse anziché seguire in modo ordinario le richieste e le aspettative dell’industria musicale».
E come lo immagina Stabber questo drifting? Come si può derapare facendo musica?
Ho cercato di andare oltre gli schemi e le caratteristiche di ciascun artista coinvolto per creare qualcosa di completamente nuovo. Ho chiesto a ognuno di loro di divertirsi insieme a me, non necessariamente legato agli schemi dei singoli generi.
Anche in Italia influenze assortite stanno lentamente penetrando nel pop e dunque nel mainstream.
La musica che chiamano “urban” ha raggiunto le vette delle classifiche e sta finalmente influenzando, anche in Italia, la musica pop e mainstream. All’estero è così da decadi ma per l’Italia è una piccola rivoluzione che si sta verificando da 7/8 anni. La musica rap ed il pop si stanno mescolando e la presenza di autori come Davide Petrella, che proviene dal mondo prettamente pop più classico, ora è possibile ritrovarla anche i brani di artisti sia come Lazza – che è un fuoriclasse nel suo genere – che come Mengoni ne è la dimostrazione.
Non è arrivato a Milano con una valigia piena di sogni, ma solo per avere una base logistica più funzionale.
Faccio questo lavoro da tanti anni e fino 6/7 anni fa ero di base a Roma e già avevo fatto produzioni importanti, a partire da Coez. Mi sono trasferito a Milano perché è qui che ci sono la stragrande maggioranza degli artisti e degli autori oltre al fatto che tutte le etichette discografiche hanno la sede qui. Se sei un professionista della musica è una scelta ormai obbligata transitare per Milano.
Che effetto le fa tornare protagonista della cerimonia in ateneo all’Aquila?
Quando mi sono laureato non esisteva una cerimonia del genere, sono felice di parteciparvi e orgoglioso di questa scelta.
Tornerà all’Aquila dunque, come protagonista del Graduation Day Univaq, la giornata dedicata alla consegna delle pergamene ai neolaureati dell’ateneo, circa due-trecento saranno presenti alla cerimonia in programma sabato 28 settembre alle ore 17 a piazza San Basilio, nello spazio antistante il dipartimento di Scienze umane. Del resto, alla pari della scrittrice premio Strega Donatella Di Pietrantonio, protagonista della cerimonia dello scorso anno, Stabber si è laureato in UnivAq, concludendo nel 2006 la carriera accademica in Fisica che ha sviluppato parallelamente a quella musicale.
Ha iniziato militando nella scena rap, all’interno della quale si è affermato in poco tempo come uno dei producer più innovativi, collaborando con artisti del calibro di Danno (Colle Der Fomento), Salmo, Nitro, Fabri Fibra, Gemitaiz, InokI; ma la sua preparazione musicale e il suo eclettismo lo hanno portato ben presto a lavorare anche con artisti come Motta, Coez, Raphael Gualazzi, Coma_Cose, Gaia, e molti altri. A marzo di quest’anno è uscito il suo primo producer album, “Trueno”. Un disco che vede insieme Salmo, Annalisa, Angelina Mango, Noyz Narcos, Danno, Crai, Venerus, Gemitaiz, Noemi, Gaia, Ginevra, Laila Al Habash e tanti altri. «Il concept dell’album», spiega Stabber, «si esprime a pieno nel titolo. La AE86 Sprinter Trueno è una vecchia Toyota in produzione tra l’83 e l’86 e proprio questa piccola automobile a trazione posteriore è diventata il simbolo di quello che oggi è noto come drifting, disciplina che consiste nel guidare sbandando in modo controllato. L’idea era quella di fare musica che sbandasse anziché seguire in modo ordinario le richieste e le aspettative dell’industria musicale».
E come lo immagina Stabber questo drifting? Come si può derapare facendo musica?
Ho cercato di andare oltre gli schemi e le caratteristiche di ciascun artista coinvolto per creare qualcosa di completamente nuovo. Ho chiesto a ognuno di loro di divertirsi insieme a me, non necessariamente legato agli schemi dei singoli generi.
Anche in Italia influenze assortite stanno lentamente penetrando nel pop e dunque nel mainstream.
La musica che chiamano “urban” ha raggiunto le vette delle classifiche e sta finalmente influenzando, anche in Italia, la musica pop e mainstream. All’estero è così da decadi ma per l’Italia è una piccola rivoluzione che si sta verificando da 7/8 anni. La musica rap ed il pop si stanno mescolando e la presenza di autori come Davide Petrella, che proviene dal mondo prettamente pop più classico, ora è possibile ritrovarla anche i brani di artisti sia come Lazza – che è un fuoriclasse nel suo genere – che come Mengoni ne è la dimostrazione.
Non è arrivato a Milano con una valigia piena di sogni, ma solo per avere una base logistica più funzionale.
Faccio questo lavoro da tanti anni e fino 6/7 anni fa ero di base a Roma e già avevo fatto produzioni importanti, a partire da Coez. Mi sono trasferito a Milano perché è qui che ci sono la stragrande maggioranza degli artisti e degli autori oltre al fatto che tutte le etichette discografiche hanno la sede qui. Se sei un professionista della musica è una scelta ormai obbligata transitare per Milano.
Che effetto le fa tornare protagonista della cerimonia in ateneo all’Aquila?
Quando mi sono laureato non esisteva una cerimonia del genere, sono felice di parteciparvi e orgoglioso di questa scelta.