Straperetana, l’arte invade le vie e le piazze del paese

PERETO. Il rapporto degli artisti con la Natura intesa come ambiente, corpo, paesaggio è il tema di Supernaturale, VIII edizione di Straperetana, mostra diffusa nell’antico paese aquilano di Pereto,...
PERETO. Il rapporto degli artisti con la Natura intesa come ambiente, corpo, paesaggio è il tema di Supernaturale, VIII edizione di Straperetana, mostra diffusa nell’antico paese aquilano di Pereto, ideata da Paola Capata e Delfo Durante. Diciassette gli autori di arte contemporanea invitati a esporre nelle vie, piazze, palazzi della Porta d’Abruzzo, come viene chiamato il grazioso centro di circa seicento anime nella Valle del Turano per la posizione al confine tra la nostra regione e il Lazio. Inaugurazione oggi alle 17, apertura al pubblico da domani fino a domenica 18 agosto. Quest’anno Straperetana, realizzata in collaborazione con Annalisa Inzana, coordinamento Silvia Forniti, sottolinea come gli artisti invitati abbiano sperimentato tutti un’immersione nella Natura totalizzante e personale. «Da qui nasce il concept Supernaturale», dicono gli organizzatori. «Gli artisti sono esploratori, misuratori, osservatori, ricercatori, sciamani, la cui passione per il mistero del Mondo che attraversano non finisce mai».
E Pereto a chi arriva dalla valle pare una formazione naturale circondata dai boschi. Il percorso espositivo di Supernaturale si apre a Palazzo Maccafani con le opere del londinese Hamish Fulton, artista che dagli anni '70 ha individuato nel camminare la forma d’arte che gli permette di avvicinarsi alla natura e a se stesso; di Nico Vascellari (Vittorio Veneto), che indaga la relazione tra uomo e natura intrecciando dimensione personale e collettiva; di Salvo (Salvatore Mangione, 1947- 2015) che negli anni '70 approfondì l’iconografia paesaggistica italiana dei maestri; e ancora la palermitana Nina Carini, le cui installazioni costruiscono ambienti immersivi mescolanti suggestioni naturali e artificiali, e il milanese Patrick Tuttofuoco, affascinato dalla bellezza a volte terribile dei fenomeni atmosferici.
La mostra prosegue per le strade del paese con le fotografie, tra paesaggio e autoritratto, di Federica Belli (Mondovì), l’installazione inedita del collettivo Numero Cromatico e un dipinto murale site-specific del foggiano Agostino Iacurci, autore che fonde storie locali, ricordi, letteratura, folklore.
A palazzo Iannucci ancora Iacurci con una grande opera su tela, la spagnola Maria Angeles Vila Tortosa con incisioni ispirate a antichi erbari medievali, e giovani artisti dell’aquilana Accademia di Belle Arti: Gaia Liberatore (Roma), Giorgio Cesarini (Caserta), Davide Mariani (Cagliari), quest’ultimo protagonista di un progetto pilota di mini-residenze in paese.
Al primo piano le opere scultoree del milanese Giovanni Kronenberg, i lavori fotografici tra paesaggio e corpo della riminese Tarin, i dipinti della bulgara Anastasiya Parvanova, riflessioni sul paesaggio come sistema di ecosistemi, il lavoro interdisciplinare tra arte, architettura, pratica sociale del belga Francis Alys. Davide D’Elia (Cava dei Tirreni) chiude il percorso con un’installazione appositamente pensata, ricerca sulla memoria degli spazi e sul tempo. (a.fu)