Pescasseroli

Torna l’iniziativa di Arteparco. Vitale: la natura è ispirazione

18 Luglio 2025

Arriva l’ottava edizione dell’esposizione che porta le installazioni nelle foreste. Lo scrittore e imprenditore cura anche l’audioguida insieme a Victoria Cabello. (Nella foto, l’opera “Rinascita” del 2024: una scultura in terracotta dalle fattezze femminili, realizzata dall’artista “Megx”)

PESCASSEROLI. La nostra regione non è solo pecore e arrosticini, ma è cultura, arte, natura, luoghi incontaminati». Così diceva Paride Vitale in un’intervista al Centro un anno fa. L’occasione era la presentazione del suo libro-diario D’Amore e D’Abruzzo. Da allora e in un solo anno, sia lui che il libro ne hanno fatta di strada. Paride Vitale, imprenditore pubblicitario (ma non solo) e protagonista di programmi tv come Pechino Express e Viaggi Pazzeschi, è diventato un testimonial spontaneo della regione che lo ha visto nascere, crescere per poi partire alla volta di Milano salvo tornare appena possibile perché, come lui ricorda, ha «il mal d’Abruzzo». E il libro è stato stampato in diverse edizioni e distribuito in Italia e all’estero, diventando un’icona dell’immagine dell’Abruzzo e suscitando un effetto dieci volte più forte di una campagna di comunicazione (pagata con soldi pubblici).

Ora allo studio c’è un altro libro e poi la realizzazione di un albergo. Ma prima c’è l’appuntamento con Arteparco, la mostra che porta l’arte contemporanea nella natura delle foreste vetuste. Sentiero C1, venti minuti a piedi da Vallecupa, girare per il C2 e seguire in leggera salita, dove arriva il refolo d’aria fresca che sembra dare il benvenuto. È qui che sette edizioni fa è cominciato tutto, ai piedi del Monte Tranquillo, vicino al Coppo del Principe, riconosciuto dall’Unesco per la presenza delle faggete più antiche d’Europa. Ed è qui che Paride Vitale, con Parco 1923 (suo brand di profumi), Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e Comune, con il patrocinio del ministero della Transizione Ecologica, è riuscito a creare un legame profondo tra arte e natura contribuendo alla valorizzazione di questo patrimonio naturale. Il primo incontro è con il cuore in legno di betulla laccato (rifatto dopo un atto vandalico) che l’artista Marcantonio ha nel 2018 installato su un albero e chiamato Animale – Vegetale. Poco più in là ci sono gli Specchi angelici di Matteo Fato (2019): tre riproduzioni di un cavalletto in legno naturale, in cui il paesaggio e la natura del parco diventano la tela dell’artista. E poi Un tempo è stato, la grande mano lavorata sulla corteccia, di Alessandro Pavone. Anche le altre installazioni site-specific realizzano lo scopo di dare una forma al rapporto indissolubile che c’è tra l’uomo e la natura attraverso l’arte. Come L’unicorno in ceramica realizzato da Sissi, il “bambino” che si nasconde di Valerio Berruti e l’intervento colorato nel bosco di yarn bombing del collettivo di artisti dell’Accademia di Aracne di Francavilla.

Si affaccia sulla vallata la settima opera (2024), Rinascita, simbolo di speranza, realizzata da Margherita Burcini in arte Megx: una scultura in terracotta dalle fattezze femminili rappresentata nell’attimo in cui alza i suoi “rami” che sembrano braccia verso il cielo. Tutte artisti dalla cifra stilistica eterogenea che, nel corso degli anni, si sono confrontati con questo contesto incontaminato. E tutte opere permanenti fra le quali si può passeggiare seguendo l’audioguida dei singoli Qrcode (con le voci immancabili di Paride Vitale e della Cabello), alle quali mancava uno dei simboli del Parco: il lupo. Ci ha pensato quest’anno Velasco Vitali, la cui opera sta per essere svelata. Ma si sa già che in una radura di questo museo naturale a cielo aperto, in cima al tronco grezzo semilavorato di una quercia trasformato in una colonna naturale, sormontata da un capitello decorato con foglie d’acanto, si erge il lupo appenninico, simbolo della natura selvaggia e metafora della società contemporanea. Si chiama Stasis. Velasco si è forse ispirato agli stiliti, asceti dell’antichità che vivevano per lunghi periodi sopra colonne o pilastri, immobili e in preghiera, come forma di elevazione spirituale. L’opera è una riflessione sul concetto di equilibrio, che intreccia la dimensione fisica con quella contemplativa. Per noi è il “lupo del Parco”, come l’orso, o il camoscio che per riuscire a vederli da queste parti arrivano da tutta Italia. «Per le Foreste vetuste del Parco ho immaginato una scultura simbolica, punto di partenza di un percorso in cui ognuno è chiamato a lasciare la propria impronta, a testimonianza del legame con il territorio», racconta l’artista: «È un invito a disegnare una “geografia della mente”, fatta di connessioni, scambi e consapevolezza della nostra esistenza». La scultura è stata fusa in alluminio nella storica fonderia artistica “Battaglia” di Milano ed è rivestita con una patina che si opacizzerà lasciando che l’ambiente circostante vada a perfezionare l’intervento dell’artista.

«Arteparco ci ricorda quanto la natura possa essere fonte inesauribile di ispirazione per la creatività contemporanea», commenta Vitale, «e arrivare all’ottava edizione è motivo di gioia e gratitudine verso tutti coloro che hanno condiviso, sostenuto e vissuto questo sogno insieme a me». Nell’elenco ci sono i nomi di grandi marchi (come Bmw Italia, Sky Arte, Gore-Tex, Woollrich Outdoor Foundation, Inwit) che hanno supportato l’iniziativa fin dall’inizio nel solco della loro idea di salvaguardia dell’ambiente. E alla presentazione prevista per sabato mattina nel Centro visite del Parco quest’anno si è aggiunta la Regione con il presidente Marco Marsilio. E il valore del progetto Arteparco ha trovato ulteriore riconoscimento nella collaborazione con il Maxxi Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, istituzione di riferimento per la creatività contemporanea in Italia, che prenderà forma nel 2026 dando vita a un sinergico scambio artistico e culturale tra le due realtà.

Nel frattempo, il manager della comunicazione e ideatore di Arteparco ha già preparato lo sbarco di D’Amore e D’Abruzzo in tv a settembre con sei puntate su “Food network” con l’amico chef abruzzese Davide Nanni.

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