Sulmona, a 12 anni violentata da due giovanissimi e ricattata con i video su WhatsApp

Indagati un minore e un neo maggiorenne. Filmati e commenti sulla chat degli amici, sequestrati telefonini. Ad Avezzano una studentessa baciata con la forza e rapinata all’uscita da scuola
SULMONA. Due denunce di violenza sessuale nei confronti di ragazzine scuotono l’Abruzzo. In Valle Peligna una 12enne costretta a subire atti sessuali sarebbe stata ripresa e denigrata tramite la diffusione di video su Whatsapp. Ai carabinieri ha raccontato mesi e mesi di abusi da parte di due giovanissimi. Ad Avezzano, invece, una studentessa minorenne ha raccontato di essere stata molestata, baciata e rapinata all’esterno di una scuola da un 40enne straniero. Anche in questo secondo caso è stata presentata una denuncia. Indaga la polizia.
Nel primo episodio finito alla ribalta della cronaca, la ragazza, di origine straniera e residente a Sulmona, fino a luglio sarebbe stata abusata da un 14enne e un 18enne, entrambi residenti in un comune della Valle Peligna. I due, conoscenti della ragazza, in concorso tra loro, avrebbero costretto la minore a compiere e subire atti sessuali, in luoghi privati e comuni. Prima di approcciare con la vittima, avevano chiesto alla ragazza di inviare file video delle parti intime. Da lì sarebbe partito il ricatto. I due infatti, stando all’accusa, avrebbero minacciato la 12enne di diffondere il materiale a contenuti sessualmente esplicito. Così la ragazzina era costretta a portare avanti i rapporti sessuali anche contro la sua volontà. Alcuni atti sarebbero stati filmati dai due indagati.
Una storia che sarebbe andata avanti da gennaio a luglio fino a quando la vittima, stanca di subire umiliazioni, ha raccontato tutto ai genitori, spiegando anche la presenza di video e foto che la ritraevano e che sono circolate su un gruppo di Whatsapp degli amici. Così i familiari si sono presentati nella caserma dei carabinieri di Sulmona per spiegare la situazione. Una denuncia che ha fatto scattare l’indagine, coordinata dalla Procura del Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Il sostituto procuratore Angela D’Egidio ha aperto un fascicolo d’inchiesta e ha iscritto sul registro degli indagati il 14enne, accusato di violenza sessuale in concorso e revenge porn, ovvero diffusione illecita di materiale a contento sessualmente esplicito senza il consenso della persona ritratta.
Dal Tribunale per i minorenne è inoltre partita la segnalazione alla Procura di Sulmona che si sta occupando della posizione del 18enne, anche lui indagato per gli stessi reati. I magistrati hanno quindi emesso il decreto di perquisizione, eseguito dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Sulmona, comandata dal maggiore Toni Di Giosia. I militari hanno effettuato il blitz a casa dei due indagati e nei luoghi da loro frequentati per sequestrate tutti i dispositivi in loro possesso: telefoni cellulari, Pc, tablet e altri strumenti telematici che saranno sottoposti a perizia tecnica.
L’obiettivo degli inquirenti è quello di trovare i file video incriminati che hanno recato danno alla salute psico-fisica della ragazzina, costretta a cambiare le proprie abitudini di vita e ad avviare percorsi specifici per metabolizzare e affrontare quanto accaduto. Sotto la lente della magistratura sono finiti anche commenti, apprezzamenti, minacce e intimidazioni nei confronti della persona offesa e tutti i file e i messaggi inoltrati a terze persone, che rischiano a loro volta di essere implicato per la diffusione di materiale a contenuto sessualmente esplicito.
I due indagati rischiano dai sei ai dodici anni di reclusione solo per il reato di violenza sessuale che, in questo caso, è aggravato per i presunti abusi perpetrati nei confronti di una persona minore di 14 anni. Da un anno e sei anni di carcere è il rischio per il revenge porn. Massimo riserbo da parte di uno degli avvocati difensori, Alessandro Margiotta, pronto a respingere le accuse in tutte le sedi.
L’altro episodio è avvenuto ad Avezzano e ha avuto come protagonista sempre una minorenne, molestata all’uscita da scuola. Secondo le accuse, è stata avvicinata da un uomo di circa 40 anni che l’avrebbe afferrata e baciata contro la sua volontà, per poi sottrarle con la forza un braccialetto che portava al polso. La scena si è svolta in pochi minuti, davanti alla fermata dell’autobus mentre la ragazza si trovava insieme a una compagna.
L’uomo è stato denunciato. Un’insegnante, accortasi della situazione, è intervenuta riportando la giovane e una sua amica all’interno dell’istituto scolastico. La Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo, contestando due reati: violenza sessuale aggravata perché commessa nei confronti di una minore e rapina aggravata. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Chiara Lunetti, che per tutelare la vittima ha richiesto al giudice l’incidente probatorio.
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