A rischio i contratti stagionali se non riapre la seggiovia

Gran Sasso, il caso delle Fontari ferme da dieci giorni a causa del provvedimento dell’Ustif Giuliani (Centro turistico): «Impianto obsoleto, ma non è mai stata messa in discussione la sicurezza

L’AQUILA. Sulle Fontari l’Ustif ancora non decide. E alla stazione sciistica di Campo Imperatore la situazione diventa sempre più «drammatica», nelle parole dell’amministratore unico del Ctgs Fulvio Vincenzo Giuliani, che parla di un «grave danno economico e soprattutto d’immagine». Aggiungendo che «se lunedì la vicenda non si sblocca, saremo costretti a sospendere i contratti stagionali al nostro personale, fermo ormai da 10 giorni a causa di un provvedimento davvero sorprendente, preso senza neanche un sopralluogo in loco».

L’Ustif, l’ente del ministero dei Trasporti, ha disposto la chiusura della seggiovia delle Fontari lo scorso 2 marzo, con una nota inviata al Centro turistico del Gran Sasso, chiedendo ulteriori verifiche sull’impianto, dopo la riparazione dei componenti delle morse di alcune vetture, risultati danneggiati in seguito a un controllo di routine. Il giorno dopo, il 3 marzo, il direttore d’esercizio Marco Cordeschi ha fatto eseguire da una ditta specializzata un controllo magnetoscopico e visivo sul 100% delle morse della seggiovia, dal quale non sono risultati difetti, e la relazione è stata inviata agli uffici dell’Ustif.

«Tra giovedì e venerdì», spiega Giuliani, «abbiamo provveduto a inviare ulteriore documentazione, anche fotografica, con supplementi di relazione, sia richiesti, che su nostra iniziativa. Il tutto per certificare la perfetta funzionalità dell’impianto e la scrupolosità degli interventi effettuati. È vero che la seggiovia delle Fontari è obsoleta e che la sua sostituzione andava fatta da anni, ma non è mai stata messa in discussione la sicurezza degli sciatori. La sua chiusura, senza neanche un sopralluogo sul posto, sta rappresentando un grave danno economico, ma soprattutto d’immagine, per tutto il comprensorio. Siamo in attesa che i due uffici dell’Ustif, quello di Pescara e quello di Roma, prendano una decisione, dandoci l’ok alla riapertura della stazione. Se però lunedì non avremo notizie in tal senso, saremo costretti, nostro malgrado, a mandare a casa i dipendenti stagionali dell’azienda, che sono fermi da 10 giorni. In ballo ci sono 50 famiglie di lavoratori e più di 200 persone dell’indotto», sottolinea Giuliani, «che producono il loro reddito dal Gran Sasso. Stiamo andando avanti per loro, ma la situazione diventa sempre più drammatica».

Lo scorso 5 marzo i primi a gettare la spugna sono stati i maestri di sci: la scuola “Assergi Gran Sasso”, diretta da Luigi Faccia, è stata chiusa fino a nuove comunicazioni. E proprio Faccia, per replicare alle polemiche degli ultimi giorni, ha diffuso i dati sulle giornate di apertura delle ultime cinque stagioni invernali: dati che confermano, nonostante la mancanza di innevamento artificiale, le potenzialità della stazione sciistica aquilana.

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