«A settembre chiudo le tendopoli»

Berlusconi all’Aquila: 100 per cento anche per le seconde case.

L’AQUILA. «A settembre chiudo le tendopoli e darò a tutti le chiavi degli appartamenti. Ognuno saprà dove andare. Se non bastano i posti, sfrutteremo case sfitte e alberghi». Berlusconi si sfila la cravatta messa per l’assemblea di Farmindustria e fa il direttore dei lavori. Nel cantiere Case a Bazzano rischia di scivolare su una gabbia di ferro. Poi scherza sulle veline e dice: «Sono così, non cambio».

LO SCIVOLONE. Lo sorregge Bertolaso il premier operaio che scavalca i muretti e fa le battute coi muratori. Battute sulle veline che fanno in un attimo il giro del mondo fino al punto da fargli sentire il bisogno di fare una precisazione in conferenza stampa («Ho detto veline, sì, ma non minorenni»). Poi il proclama: «Ho il 61 per cento del gradimento. Sono così e non cambio. Sono un grande mattatore, un intrattenitore, perché gli italiani mi vogliono così. E io non cambio vita». Per la quindicesima volta all’Aquila, Berlusconi rassicura gli sfollati. «Nessuno di voi, nessun aquilano deve aver paura. Il governo non si tirerà indietro su alcuna delle esigenze che vi saranno». Poi, rivolto al sindaco e alla presidente della Provincia Stefania Pezzopane. «Non preoccupatevi per il decreto approvato, se dal parlamento non è uscito quello che volevate. Non ci saranno dei no.

L’ho promesso il giorno dei funerali. Riavrete una città più bella. Ricostruiremo tutto al cento per cento, le prime e anche le seconde case. Al cento per cento. Sindaco Cialente, cominci lei. Apra un suo conto personale e lo Stato ci metterà sopra 150mila euro per rifarle la casa». Poi disegna l’autunno degli aquilani. «Dal 15 settembre la gente può cominciare ad andare nelle case nuove. Così libereremo dei posti sia nelle tendopoli sia negli alberghi e avvieremo il turn-over. Nelle stanze libere degli alberghi andranno coloro che finora sono stati in tenda. Anche se, lo devo dire, mi hanno fatto i complimenti per come gestiamo le tendopoli, dove vengono forniti tre pasti caldi al giorno di ottimo livello e i servizi igienici vengono puliti ogni due ore. A luglio e agosto faremo soggiorni al mare per i ragazzi e, per gli anziani che vorranno andare, crociere».

SOLO APPLAUSI. Il premier, a differenza dei primi giorni, ora gira al largo dalle tendopoli. Stavolta approda a Coppito, tra gli industriali del farmaco. E nella tensostruttura da 500 metri quadrati con aria condizionata e maxischermo donata da Sergio Dompè all’Università, non può sentire, no, i mugugni che arrivano da fuori, dove vengono tenuti ben lontani i giovani dei comitati civici che distribuiscono i volantini contro il decreto. Qui dentro solo applausi. Tra un’investitura («Ferruccio Fazio sarà il ministro della Sanità») e un ammiccamento ai «sindacalisti di buonsenso» rivolto a Raffaele Bonanni (Cisl), tra una battuta sulle supposte («Non esageriamo, eh, molto meglio le pasticche!») e una promessa («Porterò 6mila operai nei cantieri e li farò dormire nelle tende»), il premier prova a riprendere quota dopo la buriana che l’ha investito. «Lavoriamo alla zona franca e per gli aiuti alle imprese».

PROGETTO CASE. Berlusconi si sporca le scarpe nel cantiere di Bazzano. «Bravi, bravissimi, una cosa mai vista. E mi raccomando: attenti alla sicurezza». I suoi applausi agli operai. E alle imprese. «Abbiamo fatto una gara con 50 aziende. Con 16 abbiamo chiuso contratti vantaggiosi. Mancano 4 appalti: scuole, centri per anziani, infrastrutture e luoghi di culto. Per 15mila persone ci saranno le case entro fine novembre ma cominceremo a darle da settembre. Avremo 5mila abitazioni nuove e sono sicuro che ce la faremo. Poi, più in là, quando lo Stato avrà rifatto le case distrutte, le altre andranno agli universitari che avranno dei campus mai visti. L’unica nota negativa è la scossa dell’altra sera. Mille persone tornate a casa sono subito riuscite e noi non faremo pressioni su di loro». A sera Berlusconi corregge il dato: «Sono 671 quelli riaccolti in tenda».

«OPERAIO TRA OPERAI». «Qualche ladro di voce ha preso le mie battute con gli omaccioni dei cantieri che sono lì a fare lavori pesanti. Un comunicatore adegua la sua comunicazione all’interlocutore: se parla con una nobildonna tiene il ditino alzato, se con un rude uomo di cantiere, usa il suo linguaggio. Altrimenti, non si potrebbe utilmente comunicare. Io ho detto a qualcuno: vi porto le veline. Ma, ho dovuto aggiungere, non minorenni. È il mio modo di reagire alla spazzatura e alle calunnie».

«UN GRANDE G8». «Verranno tutti. Alla fine sarà un G27, Africa compresa. Tutto è definito, logistica e contenuti. I leader andranno nei luoghi colpiti. Il primo giorno porto la Merkel a Onna. E Sarkozy in piazza Duomo. Coinvolgerò anche Obama e Medvedev. Ciascuno adotterà un monumento».