Accoltellamento Sante Marie, lo zio ha sferrato 7 fendenti al nipote violento

3 Agosto 2025

Il 36enne si trova in fin di vita, gravissime le ferite all’addome. Massimo Grossi, 59 anni, finisce in carcere: «Mi sono difeso»

SANTE MARIE. Il giovane nipote accoltellato ieri al culmine dell’ennesima lite è ricoverato in fin di vita all’ospedale di Avezzano, dove è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico. Lo zio intanto è stato arrestato per tentato omicidio e si trova rinchiuso in carcere. L’aggressione è avvenuta in un’abitazione di via Borgo 3 a Sante Marie. Stando a una prima ricostruzione, Fabrizio Grossi, 36 anni, già noto alle forze dell’ordine e ai servizi sociali per i suoi precedenti penali e i problemi di tossicodipendenza sfociati spesso in violenza, ha assalito lo zio Massimo Grossi, 59 anni, con uno sgabello, colpendolo ripetutamente. A quel punto il giovane è stato raggiunto da sette fendenti in diverse parti del corpo (all’addome in particolare) con un pugnale da sopravvivenza, modello Rambo, sequestrato dai carabinieri.

Il giovane, residente a Roma ma tornato a vivere con lo zio da pochi giorni, ha avuto una discussione sempre più accesa con il fratello del padre. La situazione è rapidamente degenerata, fino alla colluttazione. Nel corso dello scontro, lo zio, Massimo Grossi, ha impugnato il coltello e ha colpito il nipote. Il 36enne è stato soccorso e trasportato in elisoccorso all’ospedale di Avezzano, dove nel pomeriggio di ieri i medici lo hanno sottoposto a un lungo e delicato intervento chirurgico. Anche lo zio è rimasto ferito nello scontro: ha riportato diverse lesioni ed è stato anch’egli portato in ospedale, seppur in condizioni non gravi. In serata l’uomo è stato portato nel carcere San Nicola di Avezzano con l’accusa di tentato omicidio, contestata dal pm Chiara Lunetti che coordina le indagini dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo.

La vicenda si inserirebbe in un contesto familiare difficile e turbolento. Stando a quanto emerso nel corso della ricostruzione degli inquirenti, i rapporti tra zio e nipote erano da tempo molto tesi. Più volte lo zio aveva manifestato la propria paura, raccontando di essere stato minacciato di morte, soprattutto quando il 36enne si trovava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. «Mi ucciderà», aveva più volte confessato ad amici e vicini. Lo scorso anno lo zio era stato aggredito violentemente ed era finito in prognosi riservata per 45 giorni a causa delle ferite inferte dal nipote.

L’uomo aveva deciso di non denunciarlo. Il 36enne è seguito da anni dai servizi sociali della Capitale. Nonostante ripetuti tentativi di riabilitazione, la sua vita è stata segnata da problemi di tossicodipendenza e da episodi di violenza. Negli ultimi anni aveva anche conosciuto il carcere in più occasioni. La convivenza con lo zio, che lo aveva accolto nuovamente in casa nel tentativo di aiutarlo, era diventata sempre più difficile. Le liti erano frequenti – soprattutto per le continue richieste di denaro da parte del 36enne Fabrizio Grossi – e la tensione crescente aveva già richiesto, in passato, l’intervento delle forze dell’ordine.

Lo zio dell’aggredito, difeso dall’avvocato Roberto Verdecchia, ha detto che si è solamente difeso. Circostanza che se confermata potrebbe in qualche modo attenuare la gravità del gesto. I carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, intervenuti sul posto subito dopo l’allarme lanciato dai vicini, stanno raccogliendo testimonianze e elementi utili a chiarire la dinamica.

L’episodio è avvenuto attorno alle 15. Lo zio potrebbe aver reagito solo per proteggersi dai colpi di sgabello, raggiungendo la cucina e afferrando il coltello al fine di fermare la furia del nipote, costantemente sotto l’effetto di droga. Tuttavia, queste rimangono al momento delle ipotesi: sarà l’inchiesta coordinata dalla procura di Avezzano a stabilire le responsabilità definitive. Ma si tratta sicuramente di una tragedia annunciata, come dicono in paese, visto che il 59enne aveva più volte manifestato il timore per quello che sarebbe accaduto a causa delle condizioni psichiche del nipote, anch'egli vittima di questa situazione.

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