Aeroporto, apertura di nuovo a rischio

Stop del ministero all’inaugurazione (chiesti chiarimenti), il sindaco chiama alla mobilitazione: «Governo allo sbando»

L’AQUILA. Chi pensava che a staccare la spina al governo Letta sarebbe stato Berlusconi si sbagliava. La spina la stacca Massimo Cialente. «Questo governo è al capolinea». E ancora: «Chi comanda in questo governo?». E avanti così: «Il governo è allo sfascio totale». E dopo: «Ai ministeri dormono, scaldiamo i muscoli». E inoltre: «Ministri ostaggi di altri poteri». Brandendo una lettera dell’avvocato Giacomo Aiello (capo di gabinetto del ministero delle Infrastrutture e trasporti e già braccio destro di Guido Bertolaso alla Protezione civile, di cui è stato consulente giuridico), il sindaco – alla sua destra l’assessore Giancarlo Vicini, alla sinistra Emanuela Iorio e dietro Riga – riunisce la giunta, come a un’adunata per una notizia brutta, per lanciare un’invettiva contro il governo «che dà lo stop all’apertura dell’aeroporto di Preturo a quattro giorni dall’inaugurazione. E lo fa con la nota di un capo di gabinetto, all’insaputa del ministro Lupi che pure avevamo invitato alla cerimonia di apertura dello scalo», grida Cialente livido di rabbia. Evidentemente, arrivato l’invito, qualcuno ha voluto sapere chi e perché l’avesse chiamato all’Aquila per tagliare un nastro a quattro anni dal terremoto.

ALLA GUERRA. La reazione del sindaco è veemente. Non aspetta neppure che il ministero diffonda la solita nota rassicurante – come quella del ministro Carlo Trigilia, secondo la quale i fondi della ricostruzione ci sono, e bastano quelli, ma i cantieri poi non partono e chissà perché – che arriva puntuale in serata («Nessuno stop, solo una richiesta di documentazione»). Il sindaco, al culmine dell’esasperazione, evoca scenari da complotto demo-pluto-giudaico-massonico. Ne ha per tutti: Letta Enrico premier; Lupi Maurizio ministro; Trigilia Carlo ministro; Legnini sottosegretario Giovanni; Aiello avvocato Giacomo; «tale dottor Donato», funzionario ministeriale «che non sblocca da sei mesi i 18 milioni per i traslochi e le ditte falliscono»; poi personaggi non citati quali esponenti della Regione, della Saga, società di gestione dell’aeroporto di Pescara, che sarebbero «invidiosi» dell’aeroportino dell’Aquila «che costa poco, non pompa soldi pubblici ed è un modello da esportare in tutta Italia». Insomma, sabato invece dell’inaugurazione (ma un volo senza passeggeri comunque ci sarà) «dobbiamo fare casino e devono venire tutti. Ora basta», arringa Cialente. «Loro stanno nei palazzi con gli specchi e l’aria condizionata. Ma noi veniamo e ve li sfasciamo. Ci hanno rotto». Consapevole di rischiare un nuovo altolà del prefetto tricolore style, Cialente stringe i pugni e tira dritto. Sa che questa è la battaglia finale.

LA LETTERA. La missiva che manda di traverso il pranzo a Cialente parte dal gabinetto del ministro e arriva all’Enac e per conoscenza alla direzione generale per gli aeroporti. Scrive Aiello, l’uomo delle ordinanze di bertolasiana memoria: «Si ritiene necessario acquisire un quadro certo ed esaustivo di tutti i servizi indispensabili a garantire il funzionamento dell’aeroporto (servizi di navigazione aerea, antincendio etc...) e degli oneri connessi, attraverso anche una valutazione dei costi-benefìci del complesso delle attività richieste per garantire l’operatività dello scalo. Dovrà altresì essere verificata la disponibilità delle connesse risorse finanziarie a carico di Stato, Regione ed enti locali e delle relative coperture, anche alla luce delle operazioni di razionalizzazione previste, ferma restando l’esigenza di chiarire i vari profili inerenti la (meglio alla) gestione dell’aeroporto. Quanto precede appare, peraltro, opportuno anche in relazione al confronto in atto con le Regioni, che nulla hanno rappresentato in relazione al nuovo aeroporto commerciale, per definire il piano nazionale. Si ritiene che l’apertura di un aeroporto ai voli commerciali richieda un esame aggiuntivo».

«ESAMI SUPERATI». Secondo Cialente gli esami sono stati tutti superati a pieni voti. L’Enac ha chiesto anche «il colore dei capelli di chi stacca i biglietti. Chi non vuole l’aeroporto ce lo deve dire».

«NESSUNO STOP». A sera il ministero, udito il can-can di Cialente, partorisce una nota camomillosa. «Non è stato emanato alcun provvedimento volto a bloccare l’apertura. Nessuna pregiudiziale. Abbiamo chiesto semplicemente e doverosamente e formalmente all’Enac la documentazione che attesti la sostenibilità economico-finanziaria dello scalo e le coperture economiche per i servizi a esso attinenti». Quando arrivano le carte «ci sarà il nulla osta».

«LUPI? LO CHIAMO IO». Alla fine di una giornata convulsa arriva a Cialente una solidarietà insperata. È quella di Guido Quintino Liris del Pdl forse Forza Italia. «Non fasciamoci la testa prima di averla rotta. Con Lupi ci parlo io». Raccontano che Cialente sia andato a dormire più tranquillo.

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