Afghanistan: morti 4 alpini, ferito un abruzzese

Attacco a un blindato dell'esercito italiano nella zona sud dell'Afghanistan. Tra i feriti anche Luca Cornacchia, originario di Lecce nei Marsi e residente a Roma

AVEZZANO. Quattro militari italiani sono morti e uno è stato ferito in un attentato nella zona di Farah, in Afghanistan. Il ferito è un abruzzese: Luca Cornacchia, 31 anni, originario di Lecce nei Marsi e residente a Roma. I militari, tutti alpini, sarebbero stati vittime di un'imboscata al ritorno da una missione, alle 9.45 ora locale (le 7.15 in Italia). Si trovavano nella valle del Gulistan, nella provincia di Farah. Ci sarebbe stato sia un attacco con colpi di arma da fuoco, sia l'esplosione di un ordigno.

Le vittime. I quattro militari morti sono Gianmarco Manca, 32 anni di Alghero (Sassari), Marco Pedone, 23 anni di Patù (Lecce), e Sebastiano Ville, 27 anni di Francofonte (Siracusa), e Francesco Vannozzi, nato a Pisa nel marzo del 1984. Risultava ferito anche Michele Miccoli, di 28 anni, nato ad Aradeo (Lecce) e residente a Belluno, ma la notizia è stata smentita. Tutti i militari morti, e anche l'abruzzese ferito, erano in forza al 7° reggimento alpini di stanza a Belluno, inquadrato nella brigata Julia.

Cornacchia operato a un piede: non è grave
. Luca Cornacchia è un caporalmaggiore nato a Pescina nel 1979. Cornacchia vive a Roma insieme alla moglie Monica Cariola, originaria di Avezzano, e ha un figlio di due anni. I sui genitori vivono a Lecce nei Marsi. Il militare italiano è stato già operato a un piede. Subito dopo l'intervento ha chiamato la moglie per rassicurarla. È stata lei ad avvisare i suoceri. Sul posto il comandante Michele Borrelli dell'Arma di Avezzano. Numerosi familiari e parenti hanno raggiunto l'abitazione e sono vicini ai genitori Domenico Cornacchia, il padre, pensionato ex dipendente di una fabbrica del nucleo industriale di Avezzano, alla madre, Cesidia Di Giandomenico, casalinga. Sono attesi i due fratelli di Luca Achille, dipendente dell'aeronautica e Mario, guardia carceraria.

Quella in Afghanistane era l'ottava missione. Luca Cornacchia era partito il 2 settembre scorso per l'Afghanistan ed era alla sua ottava missione. Le precedenti esperienze sono state in Afghanistan tre occasioni e quattro in Kosovo. Lo scorso mese di agosto era tornato a Lecce dei Marsi per un periodo di ferie. Il 2 settembre poi è partito per la nuova missione. Luca è sposato e padre di un bambino di un anno. La moglie lavora a Roma.

La famiglia: prima la paura, poi il sollievo e ora l'attesa. In mattinata nel paese della Marsica si era diffusa la voce che Cornacchia fosse morto. Poi la telefonata della moglie di Cornacchia e l'arrivo dei carabinieri e dei vertici dell'esercito hanno rassicurato la coppia. Il padre, Domenico, con molta dignità e coraggio, ha commentato il grave attentato rivolgendo un pensiero ai quattro caduti e ringraziando per la sorte del figlio che benché ferito potrà riabbracciare i suoi familiari.

"Alcuni vicini di casa mi avevano detto che quattro militari italiani erano morti in Afghanistan. Dopo qualche minuto ho visto i carabinieri vicino casa e subito ho pensato: mio figlio è morto", ha dichiarato la madre di Cornacchia. "Quando si vedono i carabinieri si pensa al peggio. Fortunatamente mi hanno subito rassicurato sulle condizioni di mio figlio. Sono stati attimi terribili: continuavo a pensare al peggio. Man mano poi che il tempo passava ho appreso le altre notizie da ufficiali dell'esercito che si sono precipitati in casa". Alcuni ufficiali dell'esercito presenti in casa assieme al capitano dei carabinieri di Avezzano stanno tentando di mettersi in contatto con l'ospedale dove è ricoverato Luca per avere notizie sempre aggiornate.

L'attacco. I cinque si trovavano a bordo di un veicolo blindato 'Lince'. Il veicolo faceva da scorta a un convoglio di 70 camion civili che rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata 'Ice'. Dopo l'esplosione che ha coinvolto il mezzo italiano un gruppo di talebani ha attaccato la colonna con armi da fuoco. Gli italiani hanno risposto e li hanno messi in fuga. A quanto pare sarebbe stato un 'ied', un ordigno esplosivo improvvisato ma potentissimo, quello che avrebbe investito in pieno un blindato, che questa volta - a differenza di molte altre - non ha retto all'urto. Il mezzo, sul quale sembra viaggiassero tutti e quattro i militari uccisi e il ferito, è andato distrutto.

Sono 34 i militari italiani morti in Afghanistan. Il distretto di Gulistan, a circa 200 chilometri a est di Farah, al confine con l'Helmand è uno dei tre distretti di cui solo di recente è stata affidata la responsabilità ai militari italiani. Con le quattro vittime di oggi, sale a 34 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione Isaf, nel 2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore ed uno si è suicidato. Già dodici le vittime in questo 2010. Furono nove nel 2009. Gli ultimi due sono stati gli anni più cruenti per gli italiani. Sono in totale 572 i soldati stranieri morti in Afghanistan dall'inizio dell'anno secondo il sito icasualties.org.
© RIPRODUZIONE RISERVATA