Avezzano

Agostino Bavone e il caso di Avezzano, dieci anni di mistero

18 Novembre 2025

Si allontanò da casa a 53 anni. L’ultimo avvistamento a Pescara, i familiari: «Siamo qui che ti aspettiamo, torna da noi»

AVEZZANO. «Noi siamo sempre qui, come il primo giorno. Ti aspettiamo a braccia aperte. Ti preghiamo, fatti sentire». Agostino Bavone manca da casa dal 16 novembre 2015. Da allora il buio. La famiglia ha atteso inutilmente che la porta si spalancasse. O che il telefono squillasse. Ma nulla è accaduto. E sulle sorti del 63enne pende il dubbio terrificante che possa essergli successo qualcosa di drammatico. Nonostante la testimonianza - data per certa - di un ragazzo di Luco dei Marsi che il giorno della scomparsa lo incontrò a Pescara. «Se avessi saputo cosa stava per accadere avrei fatto qualcosa», dichiarerà alla famiglia.

Agostino, originario di Luco ma residente ad Avezzano, ha avuto una vita semplice. Fatta di lavoro e di affetti. Ha appreso presto il mestiere del carpentiere e nulla ha mai lasciato intendere il grande disagio che l’avrebbe portato ad allontanarsi dal mondo a lui conosciuto. Fu la sorella a dare l’allarme. Non era rincasato e non rispondeva al telefono. Alle forze dell’ordine furono fornite le notizie utili ai fini delle ricerche: «Quando è uscito di casa indossava un giubbotto nero, jeans e scarpe nere. Aveva i suoi occhiali da vista con montatura in metallo. Alto un metro e settanta, corporatura normale, capelli brizzolati e occhi azzurri». Sui social una maxi catena informativa con la foto di Agostino, che ha fatto il giro di tutta Italia. Dopo la denuncia dei familiari, le forze dell’ordine in poco tempo riuscirono a ricostruire le ore immediatamente successive all’allontanamento. Elementi importanti arrivarono dai dati gps del cellulare e da alcune operazioni eseguite con la carta di debito. Secondo quanto emerso, l’uomo da Avezzano raggiunse prima una delle stazioni di Roma, poi quella di Pescara. Da qui le sue tracce si persero definitivamente. Il suo telefono fu spento e mai più riacceso. E la sua carta non fu mai più utilizzata. Due giorni fa, in occasione della ricorrenza della scomparsa, la nota trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha visto?” ha rilanciato l’appello affinché chiunque abbia notizie si attivi per informare le forze dell’ordine. «Sono dieci lunghissimi anni che viviamo nell’incertezza». Hanno dichiarato i familiari. «Che cerchiamo in ogni modo di fargli sapere che siamo in pena e non possiamo rassegnarci al suo allontanamento. Non in questo modo».  ©RIPRODUZIONE RISERVATA