«All’Aquila i soldi del Ponte»

Epifani al congresso Fillea. Bertolaso: i fondi ci sono già, inutili le carriole

L’AQUILA. «Rimandiamo la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina di dieci anni e destiniamo i fondi all’Aquila per la ricostruzione».
E’ la proposta lanciata da Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, intervenuto, al congresso nazionale della Fillea-Cgil. Epifani si è detto perplesso in merito alla disponibilità di risorse e alle strategie sulla ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009. «Se non c’è una volontà chiara», ha aggiunto, «la ricostruzione non si fa. La nostra presenza qui significa che non ci rassegneremo a lasciare le cose così come stanno».
E poi una valutazione sulla rimozione delle macerie: «Bisognava aspettare le carriole per capire che c’era necessità di intervenire all’Aquila per la rimozione e lo smaltimento delle macerie?».

«Non c’è alcun bisogno di rinunciare al ponte sullo stretto di Messina perché i fondi per la ricostruzione dell’Aquila ci sono già». Gli ha rispostao a distanza il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ricostruzione, che ieri era nell’auditorium Strinella 88 all’Aquila per la presentazione del libro di Roberto Grillo, “Un blues per L’Aquila”. «I fondi», ha aggiunto Bertolaso, «sono stanziati dal decreto legge Abruzzo e l’importante è poterli utilizzare. Non c’è bisogno di rinunciare a qualche altra cosa per costruire L’Aquila».

Quanto al Popolo delle carriole, Bertolaso ha commentato: «Vediamo se queste carriole continueranno ad esserci anche in futuro intanto mi pare che quei rifiuti che devono essere puliti e quelle macerie che devono essere portate via, stiano andando via».
Per Epifani, L’Aquila può diventare il luogo simbolo di un nuovo modo di pensare allo sviluppo. Lo dice prima di entrare nel grande tendone da circo, allestito sul piazzale di Collemaggio per ospitare il 17º congresso nazionale del sindacato dei lavoratori edili della Cgil. Quello che nei prossimi anni diventerà il più grande cantiere d’Europa è sembrato il posto più adatto, agli organizzatori, per riflettere sulla necessità di una riforma del sistema delle costruzioni in Italia.

Guardando in prospettiva, Epifani ha messo in guardia dalle insidie: «E’ evidente», ha aggiunto il leader della Cgil, «il pericolo di infiltrazioni malavitose nei cantieri della ricostruzione post-terremoto: dobbiamo stare attenti, all’Aquila come in altri territori. Ormai non si può più confinare questo fenomeno solo in alcune regioni».

Ricostruire senza garantire il lavoro, però, sarebbe inutile. «In questa città», ha concluso Epifani, «c’era già la crisi del polo elettronico, che si è consumata lungo vent’anni e alla quale si è cercato di rimediare con qualche attività, che non ha retto di fronte alla crisi vera».
Una realtà rimarcata dal segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, e dal sindaco Massimo Cialente.

Sotto il tendone, ha strappato un lungo applauso anche l’intervento di Sara Vegni, in rappresentanza dei comitati cittadini, che vogliono che «L’Aquila diventi un laboratorio innovativo di ricostruzione partecipata».
Idea sposata dal segretario generale della Fillea Cgil, Walter Schiavella: «Oggi non è retorico né banale dire che noi stiamo dalla parte delle carriole, perché in quelle carriole c’è una battaglia per i diritti di cittadinanza e per un futuro del lavoro e del Paese a cui non rinunciamo».

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