Alla Asl liste d'attesa infiniteSi può arrivare fino a due anni

Un cittadino denuncia: per un’ecografia appuntamento fra nove mesi

L'AQUILA. Nove mesi per una risonanza magnetica, cinque per un elettrocardiogramma da sforzo, quattro per una Tac, novanta giorni per un esame audiometrico. E l'attesa si allunga a dismisura per una visita alla dermatologia universitaria dove ai pazienti viene detto di ripassare tra 744 giorni. Al San Salvatore quello delle liste d'attesa è ancora un problema irrisolto, un'emergenza che la Asl non riesce a superare. E aumentano le proteste dei cittadini costretti a rivolgersi altrove e sempre più spesso in strutture private.

L'ultima segnalazione è arrivata ieri da un uomo che dovrà aspettare fino al 31 maggio del 2012 per una risonanza magnetica che dovrebbe, invece, fare con una certa urgenza. In alternativa all'utente è stata data la possibilità di optare per l'ospedale di Avezzano, anticipando l'esame al 21 settembre prossimo, o per una clinica aquilana convenzionata. Una cosa assurda visto che la Diagnostica per immagini avrebbe dovuto essere uno dei fiori all'occhiello del San Salvatore. Già nei mesi scorsi, invece, erano stati segnalati pesanti ritardi. E non solo per l'espletamento di esami di routine. Allora si disse che il problema era legato alla carenza di tecnici. Il vuoto è stato poi colmato, ma l'attesa continua ad essere lunghissima.

Il caso è finito ieri sul tavolo del direttore generale della Asl Giancarlo Silveri che ha annunciato, per quel che concerne la diagnostica per immagine, il convenzionamente con altre strutture private. Un'operazione che dovrebbe partire, in via sperimentale, a settembre.

«Così non è più possibile andare avanti» ha detto Silveri. «Abbiamo in cassa dei fondi per la riduzione delle liste d'attesa e il convenzionamento con altre strutture, oltre che con Villa Letizia, ci consentirà di alleviare i disagi dei cittadini, qui all'Aquila già fin troppo provati. In quanto al resto» ha aggiunto Silveri «stiamo monitorando la situazione per capire in che modo e con quali strumenti intervenire».

Intanto, il segretario della Uil-Sanità, Simone Tempesta ha chiesto alla Asl di affrontare subito il problema degli estenuanti carichi di lavoro a cui sono sottoposti gli operati in servizio al reparto di Ostretricia e ginecologia. «Il personale è costretto a fare i doppi turni e a saltare il riposo settimanale. Una situazione» ha detto «che rischia di diventare ingestibile».

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