Anche Shakespeare può aiutare la ricerca
Il balletto tratto dal “Sogno di una notte di mezza estate” domenica al teatro Harmony Danza ancora in prima fila per contribuire alla lotta contro il cancro
AVEZZANO. Anche Shakespeare può aiutare la ricerca contro il cancro. È questa la finalità del balletto organizzato per domenica alle 18.30 al Teatro dei Marsi dalla Harmony Danza. È tratto liberamente da “Sogno di una notte di mezza estate” scritto dal drammaturgo inglese. Conosciamo meglio lo spettacolo attraverso le parole della direttrice e insegnante Candida Giffi.
Come è nata in lei la volontà di proporre questo evento per raccogliere fondi con l’obiettivo di contribuire alla ricerca sul cancro?
«Al momento della creazione di uno spettacolo di repertorio, vi sono diversi aspetti da curare: quello tecnico, quello economico, tutti fattori che possono intimorire. È appagante il pensiero che da tutte queste occupazioni nasca qualcosa di concreto da trasmettere all'altro. La perdita di una mia cara amica mi ha fatto subito pensare di devolvere il ricavato di uno spettacolo per aiutare la ricerca contro il cancro».
Perchè ha scelto di rappresentare il balletto “Sogno di una notte di mezz’estate”?
«Questo balletto, tratto da una tragedia di Shakespeare, si mostra appartenente a una dimensione "aerea", poiché rappresenta la parte dell'inconscio e dell'illusione. Ai miei occhi consente di ritrovare, metaforicamente parlando, il mondo ultraterreno degli affetti, scomparso solamente nella dimensione corporea. Io mi prefiggo anche una funzione pedagogica, essendo una formatrice evoglio trasmettere il messaggio fondamentale dell'impegno nel sociale».
Ogni anno l’Harmony Danza coinvolge il pubblico avezzanese con spettacoli sempre emozionanti. Come vive il dietro le quinte di questi eventi?
«Il dietro le quinte rappresenta un momento concitato, carico di energia e anche agitazione, attimi di grande tensione. Vedere poi realizzata l'idea di un'esecuzione ordinata e completa, ti appaga completamente e ti ripaga di tanti momenti duri. Nel caso di quest'ultimo saggio a tutto ciò si è aggiunto il desiderio di arrivare sempre più alla perfezione, volendo così raggiungere una persona che oramai si trova in un’altra dimensione».
In che modo si è avvicinata all’Airc?
«L'Airc è un'associazione che io ormai appoggio da molti anni, anche perché sono molte le persone che ho dovuto purtroppo perdere per questa malattia. Nella speranza di un futuro in cui il cancro divenga un male curabile».
Qual è il suo sogno come madre ed insegnante?
«In qualità di madre di due ragazze che vivono dall'infanzia nella danza, il sogno è che possano andare avanti nell'obiettivo che mi sono prefissata in questi trent'anni di attività, ovvero quello di sensibilizzare i ragazzi verso la danza e le arti in genere. Questo specialmente in qualità di insegnante di questa meravigliosa e formativa disciplina».
Francesca Giannini Maria Teresa Maccallini Dora Cicchetti
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