«Andate nel bagno, altrimenti vi picchiamo»: cinque indagate per bullismo in una scuola della Marsica

Ragazze perseguitate sia all’interno dell’istituto che in strada. Nei guai una 16enne, la sorella e altre tre minorenni: minacce anche sui social. In settimana saranno tutte interrogate
AVEZZANO. L’accusa è di stalking. Sono finite sul registro degli indagati cinque giovanissime, di cui quattro minorenni, di appena 16 anni. Sono state tutte denunciate a fine aprile da due compagne di scuola, esasperate dopo mesi di accanimento nei loro confronti. Le accuse, tutte da dimostrare, vanno dalle offese personali alle minacce. Alle percosse. Con l’aggravante della continuità delle condotte vessatorie. Al punto da «cagionare nelle persone offese un grave stato di ansia e paura», si legge nel capo d’imputazione agli atti della procura minorile dell’Aquila e della procura di Avezzano. Al punto che, entrambe le vittime, hanno più e più volte saltato la prima ora di lezione. Entrando a scuola in orario tale da scongiurare incontri al di fuori delle mura scolastiche. Le indagate saranno interrogate dai carabinieri.
LA DENUNCIA Hanno presentato querela formale negli uffici dei carabinieri. Sostenendosi a vicenda. Due adolescenti di un comune della Marsica hanno rivelato un quadro di abusi da parte di un gruppo di compagne di scuola (tra le quali due sorelle). Stando a quanto messo per iscritto dall’ufficiale di polizia giudiziaria, le giovani si sarebbero rese responsabili, a vario titolo, di «reiterate condotte di molestia e minaccia. Compivano atti persecutori nei confronti delle due compagne di scuola, insultandole ripetutamente. “Stupide, racchie, handicappate di m...”, continuamente deridendole, minacciando di far loro del male. “Ti trito, ti meno, ti mangio”. E intimando minacciosamente alle predette di non frequentare determinati luoghi pubblici». Minacce rivolte anche al fidanzato di una delle due giovani. In alcuni casi le ingiurie sarebbero arrivate a mezzo social. Il gruppo avrebbe quindi costretto in più occasioni le due coetanee a recarsi in bagno. «Altrimenti le avrebbe menate. E al contempo imponevano loro il silenzio». E ancora, si legge che la ragazza maggiorenne avrebbe riferito loro «di essere pazza, di non stare bene con la testa e non aver paura di una denuncia». Poi, lo scorso 26 marzo, avrebbe «messo una mano in faccia a una delle vittime, facendole cadere gli occhiali».
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