Appalti e favori alle ditte raffica di perquisizioni

21 Dicembre 2013

Finanza e squadra Mobile in azione dopo i blitz in Curia e Soprintendenza Interrogata per ore una funzionaria che si occupa di beni culturali

L’AQUILA. L’indagine sulla regolarità negli appalti pubblici e sulla scelta dei tecnici per le ristrutturazioni delle chiese sembra avere un’accelerazione.

E non poteva essere diversamente dopo il doppio blitz in Curia e nella sede della Direzione regionale dei beni culturali. Infatti sono state effettuare da finanzieri e poliziotti una serie di perquisizioni domiciliari e acquisizioni finalizzate a ricostruire le modalità delle scelte sulle ditte cui sono stati affidati i lavori e il contestuale rispetto delle norme del codice degli appalti. In un caso, riguardante una persona che lavora ai Beni culturali, c’è stata anche una perquisizione di natura personale. Si tratta di Alessandra Mancinelli, interrogata per ore dalla polizia. L’indagine, com’è ormai noto, va avanti da parecchi mesi e alcuni tecnici e amministratori sono stati già interrogati. E qualcuno, forse per evitare il peggio, ha già deciso di raccontare quello che gli investigatori volevano sentirsi dire.

I due blitz nei giorni scorsi, infatti, sono stati stabiliti proprio in seguito alle informazioni che sono state ottenute in passato. Ora si stanno passando al setaccio gli atti riguardanti una serie di lavori, per parecchi milioni, che sono stati fatti nel circondario. Ma, secondo quanto si è appreso, non sono solo queste le prove in mano agli investigatori: costoro, prima di chiudere il cerchio, vogliono avere in mano delle prove inoppugnabili per verificare se esiste quella corruzione finora ipotizzata solo in astratto. Non è sembrata una considerazione irrilevante, per gli investigatori, il fatto che la stessa Ance (Associazione nazionale costruttori edili) abbia stigmatizzato alcune scelte in relazione agli affidamenti fatti dalla Curia che avrebbero escluso le imprese locali. La maggioranza degli appalti nel mirino degli investigatori riguardano la gestione dell’ex commissario per la ricostruzione della Direzione regionale dei beni culturali, Luciano Marchetti, ma egli stesso, ora in pensione, ha assicurato, in una breve dichiarazione, il rispetto delle regole come anche emerso alla luce di un’indagine contabile che non ha avuto esito.L’accertamento, più in particolare, mira a verificare se gli episodi sospetti che sono sotto la lente di ingrandimento siano fatti isolati oppure se ci si trovi di fronte a comportamenti di discutibile liceità legati da un filo conduttore. Le indagini sono coordinate dai magistrati David Mancini e Antonietta Picardi.

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