Appello da piazza Nove Martiri «Non c’è libertà senza la pace» 

Dagli alunni ai rappresentanti delle istituzioni parole di speranza e dialogo ripensando alla Resistenza Il sindaco Biondi: «L’odio fomenta la divisione sociale». Cerimonie nelle frazioni e corteo antifascista 

L'AQUILA. «Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi, anche nei momenti peggiori». Le parole di Luis Sepúlveda sulle pareti di un vicolo del centro, restituiscono alla giornata del 25 aprile una dimensione attuale, anche nel 77° anniversario della Liberazione. Riflessione e dibattito nel ricordo delle ferite della Seconda guerra mondiale, a partire dalle pagine più buie, come la tragedia dei Nove martiri aquilani, giovani tra i 17 e 21 anni, uccisi nel 1943 da un plotone misto di fascisti e nazisti. E proprio dai più giovani, dai più piccoli arrivano parole che fanno breccia tra le cerimonie istituzionali. «Non c’è libertà senza pace, non c’è pace senza libertà», legge un bambino della 4ª A (scuola primaria Gianni Rodari), mentre i suoi compagni ascoltano in silenzio, proprio in quella piazza IX Martiri dove ogni anno viene deposta una corona. Una piazza decorata con le bandiere della pace. Altri bambini aggiungono pensieri di resistenza, speranza e dialogo, mentre tutto intorno la città porta avanti le iniziative in programma.
LA GIORNATACome di consueto, nel piazzale ex Alenia c’è stato il ricordo delle vittime del bombardamento dell’8 dicembre 1943. Quindi, alle 10, alla villa comunale, la cerimonia principale con lo schieramento di una compagnia in armi composta da militari del nono reggimento alpini, delle altre forze e dei corpi armati con la partecipazione del prefetto Cinzia Torraco, del cardinale Giuseppe Petrocchi, del comandante regionale della Guardia di finanza, Gianluigi D'Alfonso e del colonnello Marco Iovinelli, a capo del Comando militare esercito “Abruzzo-Molise”. Presente l’onorevole Stefania Pezzopane, insieme a una delegazione di amministratori locali e sindaci del territorio, tra cui il primo cittadino Pierluigi Biondi: «Questa nazione», ha detto, «ha bisogno di essere pacificata e non ulteriormente divisa. Questo è un giorno in cui ci si ritrova sotto la bandiera italiana che rappresenta tutti. Gli odi servono solamente a fomentare una divisione sociale in una fase delicata tra la pandemia che cerchiamo di lasciarci alle spalle e questa guerra alle porte dell’Europa». Il prefetto ha omaggiato i Nove martiri anche nella Caserma Campomizzi. C’è stato poi, il tributo ai monumenti delle stragi nazifasciste, a Filetto, Onna e Tempera alla presenza del consigliere regionale Americo Di Benedetto. Inoltre, c’è stato un momento di ricordo a Casale Cappelli, località Il Vasto di Assergi.
LE ALTRE INIZIATIVENumerose, poi, le iniziative in affiancamento, come la tradizionale colazione resistente, sempre in piazza IX Martiri decorata con le bandiere della pace. Significativo l’intervento di Fulvio Angelini (Anpi) che ha letto alcuni articoli sulla delicata situazione internazionale. In centro è stata allestita una mostra “Le nuove resistenti”. Nel pomeriggio il “corteo antifascista” fra le vie del centro. «Vogliamo lottare contro i fascismi di oggi», hanno ribadito gli organizzatori. «È necessario infatti lottare per liberarci dall’omologazione, dalla paura di essere diversi e diverse, dalle guerre, dalla repressione e dalla schiavitù del profitto». Ai quattro cantoni la rassegna “I suoni del tempo che resiste” a cura del movimento “Libri in persona per la Liberazione”. Cinque attori – Sara Cocuzzi, Paola Retta, Valeria Bafile, Antonio Fiori e Roberto Fusco – hanno recitato a memoria estratti di testi, impersonando dei libri. A proposito di volumi, c'è stata poi anche la presentazione del libro “Ebreo” di Emanuele Fiano, giornalista e scrittore, con interventi del giornalista Roberto Ciuffini e della stessa Pezzopane.
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