Apre il museo virtuale ma gli spazi culturali restano inaccessibili

Delibera del Comune da 6.500 euro per promuovere l’arte Ma perché non valorizzare Aia, Lapidario e biblioteca?

AVEZZANO. È bello scoprire che “apre” in città un museo virtuale, voluto dall’amministrazione comunale per promuovere la cultura locale. Progetto da 6.500 euro.

Nulla di strano, se non fosse che in città la stragrande maggioranza degli spazi dedicati al sapere è chiusa o funziona a singhiozzo.

La presentazione del progetto del museo virtuale ha riacceso inevitabilmente le polemiche sulla situazione delle altre strutture espositive.

L’Aia dei Musei in via Fucino o il Museo lapidario, per esempio, sono da tempo aperti saltuariamente o soltanto su prenotazione. L’area dedicata alle mostre, dove l’associazione Antiqua, che fino a due anni fa gestiva il sito e organizzava delle personali, è del tutto chiusa e la struttura è in parte in abbandono.

Stessa cosa per la pinacoteca d’arte moderna che custodisce diversi dipinti donati alla città. Le tele in parte sono sistemate nel castello Orsini, in parte nella galleria del Teatro dei Marsi. In entrambi i casi, però, le opere non sono visibili perché gli spazi non sono aperti al pubblico.

E allora ci si può consolare con il virtuale.

«Il nostro patrimonio storico, artistico, monumentale e culturale diviene fruibile a tutti grazie alla digitalizzazione delle opere d’arte, dei reperti archeologici, dei testi antichi, delle testimonianze del prima e dopo terremoto», così ha spiegato il progetto l’assessore alla Cultura, Fabrizio Amatilli, «con questa iniziativa, la moderna tecnologia diventa lo strumento attraverso il quale divulgare la memoria storica della nostra città, tra valenze achitettoniche-urbanistiche, i personaggi locali e tutte le nostre bellezze autoctone che rendono Avezzano e la Marsica una terra preziosa, adatta ai turisti e ai curiosi. La nostra città possiede una ricca e antica storia, costellata di fatti importanti e personaggi di ogni epoca e già nel 2008 l’amministrazione di allora sviluppò un dibattito che portò a un progetto analogo in grado di rispondere all’esigenza di rilevare e catalogare i beni storico-artistici-culturali. Oggi, in quattro mesi e come previsto dal documento unico di programmazione, recupereremo i materiali e daremo vita al museo virtuale della città di Avezzano, che si propone come iniziativa pilota per un museo virtuale dell’intera Marsica».

E mentre le fonti storiche andranno online, quelle reali e consultabili sono chiuse dietro una porta. Come gli oltre 15mila volumi custoditi nella biblioteca di via Fontana, dove da anni nessuno può entrare.

Eleonora Berardinetti

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