Aquilano premiato dal National Geographic

Riconoscimento della prestigiosa rivista a un fisioterapista di origini greche La foto vincitrice è stata scattata da Apostolopoulos in una miniera in Myanmar

L'AQUILA. Mani annerite e callose e una linea di smalto sulle unghie rovinate dal lavoro, che spuntano dal terreno nero di un sito di carbone, ben afferrate a un cesto carico di questa roccia sedimentaria. Sono le dita sottili di un’operaia di una miniera di carbone del Myanmar, gli unici elementi “vivi” e colorati di un’immagine in cui domina il nero, vincitrice, insieme ad altre 19 foto del Premio fotografico “National Geographic Italia 2015”. La foto, premiata nella sezione “Persone” di uno dei concorsi fotografici italiani più prestigiosi, è stata scattata nel 2013 dal greco Aristeidis Apostolopoulos, per gli amici Aris – fotografo “per caso”, visto che nella vita fa il fisioterapista – e aquilano d’adozione. All’Aquila è arrivato 11 anni fa per frequentare l’università: «Da allora non ho più lasciato la città, nonostante le difficoltà del terremoto», dice. Lo scatto, definito «sofisticato» dalla giuria, con cui Aris ha vinto il primo premio è un tuffo surreale in una miniera di carbone della Birmania, regione della costa occidentale della penisola indocinese, in cui si lavora ancora con metodi artigianali, usando braccia e mani. Colpisce che le dita rosa, impegnate a reggere un cesto portato sulla testa, siano quelle di una donna, difficilmente distinguibili in mezzo al carbone. «Mi trovavo nel nord del Myanmar, girando in bicicletta», spiega Aris, «quando a Shan State, da un ponte sospeso su una miniera, ho visto questa scena. Ho cercato lo scatto zenitale in modo che si vedessero solo le mani. La gente trasportava ininterrottamente il carbone sui camion con questi cesti poggiati in testa». Tutt’intorno, infatti, soltanto carbone. Aris ha viaggiato in mezzo mondo, dalla Cambogia al Vietnam, dal Nepal alla Colombia, dal Canada alla Russia, e poi in Alaska, nei Paesi Arabi e in tutt’Europa. «Sono proprio i viaggi che mi hanno fatto avvicinare alla fotografia, all'inizio scattavo in modo amatoriale, poi la passione è cresciuta di pari passo con quella per i viaggi».

Il fisioterapista greco è anche volontario di Medici senza frontiere, altra motivazione che lo spinge a girare il mondo. Una delle esperienze più importanti della sua vita è quella fatta nel 2012 in un villaggio povero della Guinea Conakry, in Africa Occidentale «dove con l’associazione Guinea Action Onlus abbiamo allestito una piccola clinica per la popolazione locale». Aris ha già vinto altri primi premi di fotografia (Nikon e Federazione internazionale fotografi) «ma quello del National Geographic è sempre stato un sogno per me», spiega, «perché sono cresciuto leggendo e sognando sulle pagine della prestigiosa rivista». Il premio consiste nella pubblicazione della foto e in un master nella scuola di fotografia John Kaverdash.

(m.g.)

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