Ascensore rotto da 4 mesi Ufficio proibito ai disabili

Il racconto di Beniamino Longobardi, che è in cerca di una nuova occupazione dopo il fallimento della fabbrica dove aveva lavorato per molti anni

L’AQUILA. Da dodici anni vive su una carrozzina, dopo essere rimasto vittima di un incidente. Ora è disoccupato, da quando la fabbrica nella quale ha lavorato per anni ha chiuso i battenti, e sta cercando una nuova occupazione, ma l’unica possibilità che ha per accedere al Centro per l’Impiego è rappresentata da un ascensore rotto da almeno quattro mesi. A segnalare la storia è Beniamino Longobardi, che nel 2004 fu travolto dall’auto guidata da un anziano, a Montereale. Stava facendo un giro in bici. L’incidente lasciò postumi pesanti a livello fisico, ma non piegò l’animo del giovane che, con molta fatica, riuscì a tornare al lavoro pur con mansioni diverse rispetto alle precedenti. Poi la fabbrica è fallita. Per cercare un nuovo lavoro periodicamente si reca in via Rocco Carabba, dove si trova la sede del Centro per l’Impiego. «Purtroppo non riesco ad accedere agli uffici perché l’ascensore è rotto da mesi. Ogni volta che ci vado il funzionario è costretto a scendere giù, perché io non posso salire le scale. Ci fermiamo a parlare sul pianerottolo. Ho segnalato il problema, ma a distanza di tutto questo tempo la situazione è rimasta quella di sempre. Prendono atto che l’ascensore è rotto, mi dicono che chiameranno il tecnico, e invece non succede niente. Questa mattina (ieri per chi legge), sono tornato al Centro per l’impiego, e ho constatato che rispetto all’ultima volta nulla è cambiato». Tra l’altro, nessuno è stato in grado di dirgli quando l’ascensore sarà riparato. «L’Aquila», aggiunge Beniamino, «è piena di storie come questa. Vogliamo parlare, ad esempio, di chi parcheggia nelle aree riservate ai disabili senza averne diritto?».

Il problema dell’accessibilità alle strutture, pubbliche e private, purtroppo, è ben più ampio. «Quando vado negli alberghi», conclude, «e chiedo se ci sono camere dotate di servizi per diversamente abili, mi dicono di sì e poi mi ritrovo invece in camere normali. Gli unici due alberghi attrezzati in questo senso li ho trovati all’Aquila e a Bergamo». La cosa che colpisce di più, tornando al problema dell’ascensore, è che si tratta di un impianto perfettamente in linea con quanto prescrive la legge sull’eliminazione delle barriere architettoniche. Peccato che sia fermo da quattro mesi.

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