L’Aquila

Asl1 Abruzzo, ferie forzate per 150 dipendenti. Marsilio: «Nessun rischio licenziamento». I lavoratori: «Non ci fidiamo delle promesse»

16 Maggio 2025

Il governatore esclude l’ipotesi del licenziamento e annuncia la fine della stagione della precarietà. Immediata la replica dei lavoratori, la cui protesta va avanti a oltranza

"Non c'è nessun licenziamento in vista, voglio tranquillizzare i lavoratori, le loro famiglie e i sindacati dei lavoratori". È quanto ha riferito il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio dopo l'incontro avuto all'Aquila con i responsabili del Dipartimento regionale Salute e della ASL1 di Avezzano L'Aquila Sulmona in merito alla situazione dei 150 precari del settore amministrativo della Asl provinciale dell'Aquila messi in ferie forzate per il mancato rinnovo della proroga con le società interinale nelle quali sono impiegati. Marsilio annuncia la fine della stagione della precarietà con l'espletamento del concorso per 53 posti che è in dirittura d'arrivo essendosi concluse le prove orali. Ma non indica la tempistica della proroga ponte in una situazione d affanno per la Regione e le Asl per il pesante debito sanyarrio che ha portato a tagli e all'aumento della addizionale Irpef a scaglioni di reddito. 

"Al contrario - ha aggiunto Marsilio - stiamo procedendo alla conclusione di una procedura concorsuale per assumere il personale necessario e superare la stagione del precariato. Tra l'Asl e il Dipartimento sono in corso gli approfondimenti opportuni perché questa fase di transizione e di trasformazione è molto delicata, sia sotto il profilo degli strumenti di legittimità amministrativa che per quanto attiene al percorso contabile. L'Asl sta fornendo al Dipartimento tutti i chiarimenti al fine di individuare il percorso che porterà alla chiusura delle esternalizzazioni dei lavori affidati attraverso contratti di servizi esterni e personale, somministrato attraverso questa formula. Sono due decenni - continua il presidente - che si utilizzano questi strumenti, sui quali è discutibile l'attribuzione a una categoria o un'altra di tipologia di veste giuridica dello strumento utilizzato". 

Secondo il presidente, "È una triste eredità del passato, quella di avere avuto troppo precariato, troppe esternalizzazioni anche dove non servivano. Noi le stiamo lentamente, ma con determinazione, superando. Voglio ricordare che questa Amministrazione ha trasformato migliaia di contratti a tempo determinato - ricorda Marsilio - in assunzioni a tempo indeterminato dopo concorsi regolari e trasparenti, permettendo a migliaia di famiglie abruzzesi di trovare serenità e dando stabilità al servizio sanitario attraverso medici, infermieri, operatori sanitari che siano gratificati e sicuri nel loro lavoro. Sono sicuro che entro la giornata di oggi questi chiarimenti porteranno l'ASL a poter aggiudicare intanto l'appalto di servizi in corso - ha concluso Marsilio - e a garantire questa transizione nei pochi mesi utili a concludere le operazioni di assunzione del personale, ripristinando la pienissima regolarità e trasparenza nella gestione dei servizi e del personale delle Asl".

LAVORATORI.

Un sit di protesta ieri sera davanti al palazzo dell'Emiciclo, sede del consiglio regionale, e uno stamani, davanti a palazzo Silone, sede della Giunta regionale: un folto gruppo dei circa 150 precari del settore amministrativo della Asl provinciale dell'Aquila in ferie forzate dopo il blocco della proroga del contratto alle loro cooperative, in attesa del nuovo appalto, da parte del Dipartimento Salute della Regione Abruzzo, all'Aquila è sceso in piazza con sindacati e alcune forze politiche per difendere il posto di lavoro messo fortemente a rischio da una misura che rientra tra quelli, dolorose tra cui l'aumento delle tasse, per coprire il pesante deficit sanitario. E dopo l'annuncio di una proroga, senza indicazioni sulla tempistica, da parte del presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, di FdI, e della rassicurazione che non si saranno licenziamenti, i lavoratori hanno deciso di mantenere a tempo indeterminato il sit in davanti a palazzo Silone. "Non ci fidiamo delle promesse - spiegano - attendiamo atti ufficiali, per noi le carte parlano di ferie forzate anticamera del licenziamento". "Questa situazione ci lascia sgomenti - continuano - il rischio concreto è una catastrofe occupazionale che colpirebbe decine di famiglie e che rappresenterebbe un ulteriore colpo all'economia del territorio aquilano, già fortemente provato. Non possiamo pensare che il futuro di questa terra sia affidato esclusivamente a supermercati, bed & breakfast e locali. La nostra comunità ha bisogno di lavoro stabile, servizi pubblici funzionanti e prospettive concrete per i giovani e per chi ha già dato tanto". "Siamo lavoratori e lavoratrici che hanno svolto con dedizione e sacrificio i propri compiti, spesso in condizioni difficili, al servizio della salute pubblica. Oggi chiediamo soltanto di poter continuare a farlo, nel rispetto della dignità di ciascuno e della funzione sociale che ogni giorno svolgiamo". Infine un appello alle istituzioni "affinché non si giri lo sguardo altrove, ma si trovi una soluzione che possa scongiurare il licenziamento o il taglio delle ore, ed offrire continuità e sicurezza a chi ha costruito un'esperienza professionale importante e utile per la collettività. Non chiediamo privilegi, chiediamo solo di non essere dimenticati".