l'inchiesta

Assergi, quella new town dove nessuno vuole vivere

Viaggio nel quartiere più alto del progetto Case, tra piastrelle sconnesse e solitudine. Gli inquilini: «Siamo abbandonati in strutture inadatte»

L'AQUILA. La vetta del Gran Sasso finalmente imbiancata mette quasi suggestione. Vista dal cortile della piastra numero 2 della new town di Assergi, che a dire la verità di “new” non ha più nulla, la montagna sembra che s’inchini verso le case. Un gioco di prospettive, che affascina e attira.

Poi arriva una folata di vento freddo che ferma i pensieri e l’incantesimo si congela. Sembra di essere a duemila metri di quota e invece, come fanno notare i più precisi, supera di poco i mille. Tutto ciò che desideri, con tale freddo, è entrare in casa e riscaldarti. Già, il riscaldamento: per chi ce l’ha. In molte abitazioni gli impianti non funzionano, ci si arrangia con le stufette elettriche e i costi della bolletta – già molto alta per effetto del metodo di calcolo dei consumi adottato fino a poche settimane fa dal Comune – lievitano. Però a casa devi arrivarci superando un percorso a ostacoli.

L'Aquila, viaggio nella new town di Assergi
Prosegue il viaggio nelle new town dell'Aquila, dove migliaia di famiglie sono andate a risiedere dopo il terremoto del 2009. Due abitanti parlano dei gravi problemi che attanagliano il Progetto Case più in quota dell'Aquila, quello di Assergi, dove quando nevica vengono invasi anche gli ascensori. (a cura di Marianna Gianforte) http://bit.ly/231Rd17

Dimentica il panorama, il verde straordinario a valle, il Gran Sasso che si ricopre di nuvole: devi tenere, invece, lo sguardo incollato a terra se vuoi evitare d’inciampare nel pavimento sgangherato da cui esce, a ogni passo, l’acqua che ristagna sotto. Ma potresti anche incappare in un marciapiede (praticamente tutti) frantumato. Nello stesso tempo, però, devi anche guardare in alto, perché certe volte il vento fa volare via per centinaia di metri le lamiere che dovrebbero servire a isolare le abitazioni dalla pioggia. E di recente è successo che da un cortile è caduto uno dei lastroni che si sono staccati mesi fa dal selciato di una balconata rischiando di colpire i passanti. I residenti del quartiere sanno che non si tratta di sfortuna, ma di «mancanza di manutenzione, abbandono, disinteresse di chi ci amministra», dicono. E se, poi, sei un non vedente, puoi affidarti solo al caso. A fare questo viaggio nel quartiere nato già vecchio della frazione di Assergi è Giuliano Bruno, accompagnato da Nicola, Piero e Lella. «Le nostre vite sono sospese tra un passato che non passa e un futuro che non c’è», dice Bruno. «L’isolamento è totale», sottolinea Piero. «Per fortuna si è creato un rapporto di mutuo-aiuto, chi si può muovere aiuta chi non può farlo», aggiunge. Lella, e intanto, si stringe nella giacca: «Al pensiero di passare un altro inverno qui mi si gela il sangue». E non è solo per il freddo. Il quartiere è abbandonato e gli assegnatari se ne vanno appena ne hanno la possibilità, come si vede dalle saracinesche abbassate in 5 appartamenti su 8 in entrambi i piani della palazzina. Situazione che si ripete anche nelle altre. «Su 96 alloggi il 40% circa è vuoto», fa notare Bruno. Le persone vogliono andare via da un quartiere in cui non ci sono infrastrutture, lontano dalla vita istituzionale. Avranno avuto i loro motivi i nostri vecchi se in questa costa di montagna non ci hanno mai voluto costruire.

«Il primo supermercato si trova a una decina di chilometri da qui», spiega Bruno. Come fanno anziani e disabili soli a spostarsi? «È un tormento», commenta Piero. Ora spaventano anche le previsioni meteorologiche che annunciano neve e basse temperature per il weekend. Un incubo, l’inverno, per chi vive sotto al Gran Sasso, con le continue bufere che riempiono di neve i cortili e le rampe delle scale e coprono la porta dell’ascensore. E se hai 20 centimetri di neve sulle scale come esci di casa se sei anziano, disabile, non vedente?

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