Ateleta, il primo cittadino licenzia il vicesindaco

ATELETA. È crisi nella giunta comunale. Dopo la presa di posizione del vicesindaco Cesira Donatelli, che aveva chiesto di poter avere un proprio ufficio in cui svolgere il mandato amministrativo per...

ATELETA. È crisi nella giunta comunale. Dopo la presa di posizione del vicesindaco Cesira Donatelli, che aveva chiesto di poter avere un proprio ufficio in cui svolgere il mandato amministrativo per divergenze con il sindaco, quest’ultimo le ha ritirato la delega mettendola fuori dalla giunta. «La signora Donatelli ha espresso polemiche e fatto insinuazioni nei miei confronti», spiega il primo cittadino, Giacinto Donatelli, «anche in presenza di altri amministratori. Per evitare di paralizzare la vita amministrativa del Comune ed evitare ulteriori polemiche a discapito dei cittadini, ho ritenuto opportuno revocare alla Donatelli le funzioni di assessore e vicesindaco, essendo oramai da tempo venuta a mancare la fiducia».

È giallo, però, sulla comunicazione del sindaco di non voler più avvalersi della collaborazione del suo vice. Dagli atti risulta che la decisione è stata presa dal primo cittadino il 14 luglio, mentre il vicesindaco sostiene di essere stata avvisata il 16, circa tre ore dopo aver depositato la sua richiesta di lavorare in un ufficio diverso da quello del sindaco, dove aveva sempre lavorato insieme agli altri assessori. «La cosiddetta “revoca” mi è stata notificata solo dopo tre ore dalla consegna all’ufficio del protocollo della mia richiesta di assegnazione di un ufficio, che era stata fatta al solo scopo di non dover subire altre mancanze di rispetto da parte del sindaco. Ho chiesto di poter lavorare in un altro ufficio solo perché non potevo più sopportare l’idea di dover lavorare spalla a spalla con chi mi aveva rimproverato duramente arrivando anche a schiaffeggiarmi davanti a sua moglie e ad altre persone». «È normale che durante un percorso amministrativo ci siano incomprensioni, con tutti e, in particolare, con la l’ex vicesindaco Donatelli alla quale, oltre ad essere legato da un rapporto politico, lo ero anche da un rapporto di amicizia, in quanto madrina di cresima di una mia figlia», ribatte il sindaco, «se rimproveri ci sono stati, sono stati fatti col cuore, come da un padre ad una figlia. E non si è trattato di uno schiaffo ma di una carezza». «E con l’attuale crisi che sta colpendo l’Italia», conclude il primo cittadino, «non è affatto opportuno per un amministratore degno di questa carica chiedere di poter lavorare in un ufficio “personale”. Comunque, vista l’esperienza della signora, qualunque suo contributo sarà ben accetto, ricordandole che non è necessario aver la carica di vicesindaco per partecipare alla vita amministrativa del Comune».

Claudio Lattanzio

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