Caso Ater L’Aquila: ostriche, champagne e viaggi, ecco rimborsi per 6.234 euro

21 Agosto 2025

Spuntano le fatture per i chilometri percorsi dal presidente Antidormi in otto mesi: a maggio e a giugno le cifre più alte: 1.069 e 1.200 euro. La documentazione inviata al settore Affari generali

​​​L’AQUILA. Non solo ostriche e champagne. All’Ater dell’Aquila, l’ente che gestisce l’edilizia residenziale pubblica (le case popolari), si apre un nuovo fronte destinato a far discutere: quello dei rimborsi chilometrici. Dagli atti emergono infatti sette fatture presentate tra novembre dell’anno scorso e giugno, per un totale di 6.234 euro. Non si tratta di documentazione cartacea, ma elettronica, intestata al presidente Quintino Antidormi, che mese dopo mese chiede il rimborso delle percorrenze dichiarate, oltre a percepire un “fisso” di 1.980 euro mensili, la nota indennità. Una procedura legittima, certo, ma che solleva più di un interrogativo viste le cifre raggiunte. E perché quelli del vertice Ater sono già al centro di un caso nazionale per il pranzo del 5 agosto in un ristorante romano ai Parioli: un conto da 690 euro fatturato all’Ente.

SPESE IN DETTAGLIO

Con il sistema digitale non vengono trasmessi documenti allegati ma soltanto i dati essenziali, lasciando così aperta la questione della verifica puntuale dei chilometri dichiarati e delle tratte effettivamente percorse. I conteggi, comunque, parlano chiaro: a novembre e dicembre 2024 i rimborsi ammontano a 693 euro, ai quali si aggiunge un saldo successivo di 377 euro. Nel gennaio 2025 compaiono altri 479 euro, più un ulteriore saldo da 269 euro. A febbraio i rimborsi raggiungono 680 euro, a marzo 800 euro, ad aprile 714 euro, a maggio 1.069 euro e, infine, a giugno la cifra più alta: ben 1.200 euro. Il presidente del consiglio di amministrazione, organo di rappresentanza dell’ente, richiede il rimborso chilometrico per tutti gli spostamenti dalla città di residenza all’Aquila, oppure solo per i viaggi dall’Aquila verso altri comuni nell’ambito delle attività di Ater? In linea teorica, infatti, il percorso dal domicilio verso L’Aquila non dovrebbe essere rimborsato; l’ente dovrebbe coprire soltanto le trasferte documentate relative agli incarichi istituzionali. Il rimborso fa riferimento, come emerge dall’analisi delle fatture, alle tabelle Aci: il relativo costo chilometrico, indicato nella tabella Aci 2025, è pari a 0,7488 euro. Quindi, fatti due conti, sarebbero stati percorsi circa 8.300 chilometri tra novembre 2024 e lo scorso giugno.

LA “TALPA”

La documentazione – intestata al settore Affari generali e del personale – è filtrata dagli uffici Ater L’Aquila. Come ipotizzato già da Antidormi per il caso della vicenda del pranzo romano. Qualcuno dall’interno avrebbe fatto uscire la documentazione, ovviamente con finalità politiche. Antidormi è molto vicino agli ambienti di Fratelli d’Italia.

COS’è ACCADUTO

La vicenda rimbalzata sulle cronache nazionali riguarda invece un pranzo a base di pesce e champagne in un ristorante ai Parioli di Roma (“Ai Piani”), dal costo di 690 euro, al centro del quale c’è a una fattura intestata all’Ater. Un errore, secondo il direttore Giancarlo Alterio, che dice di aver pagato di tasca propria: «Con me e il presidente c’erano un dipendente e due miei amici. Per questo ho voluto pagare il conto. Ho effettuato la transazione con la mia carta». Alle 16 di martedì 5 agosto, stando alla “prova” fornita da Alterio. Ovvero la ricevuta contabile. «Inoltre ho dato incarico agli uffici di contattare il ristorante per far emettere una specifica nota di credito» per sanare l’errore, fatto dal ristorante. Dove quelli dell’Ater transitano spesso, a quanto pare. Il pranzo a cinque consumato nel locale di via Denza, uno dei più esclusivi nell’elegante quartiere dei Parioli, ha innescato un’autentica bufera. Nel menu c’erano tonno arrosto (41,82 euro), scampi (22,73 euro), alici crude e fritte (57 euro), ostriche (54 euro), fritto di calamari 18,18 euro), polpo alla brace (50,91 euro), scorfano (136,6 euro), frutti di bosco (13,64 euro) e tiramisù espresso (43,54 euro). E poi lo champagne da 110 euro e mezzo litro di Sauternes per il dessert: costato 38,18 euro. Quindi due caffè a 6 euro e quattro bottiglie d’acqua a 15 euro.

FATTURA AL PROTOCOLLO

Il documento fiscale, protocollato il giorno successivo, mercoledì 6 agosto, con l’identificativo E-2025-0005933, è arrivato all’attenzione degli uffici Ater dell’Aquila, dove è stato preso in carico dal personale addetto alla gestione delle fatture. Subito dopo, la fattura è stata trasmessa per la necessaria verifica. «Quando ho avuto modo di esaminarla» ha raccontato il direttore «ho subito capito che c’era un errore». Ma per rimediare – subito – non c’è stato tempo perché nel frattempo il locale aveva chiuso per ferie. Una vera beffa, pare.

LA VERIFICA INTERNA

Che si tratti di una «brutta pagina per l’azienda» lo conferma lo stesso Alterio che, a tutela dell’ente e dei dipendenti, avvierà «una verifica interna approfondita» per capire meglio le dinamiche. L’obiettivo, ha spiegato, «è individuare eventuali criticità nei processi e rafforzare i controlli interni, così da evitare in futuro l’autorizzazione di spese senza un minimo riscontro documentale o procedurale». «Ritengo fondamentale garantire trasparenza e responsabilità in tutte le operazioni aziendali, prevenendo situazioni che possano nuocere all’immagine e alla credibilità dell’organizzazione», conclude. Anche sui rimborsi chilometrici, si spera.