Attentato Brindisi, in centinaia marciano a Pescara e L'Aquila

Rabbia e commozione ai due presidi in piazza Sacro Cuore a Pescara e in piazza Palazzo all'Aquila per condannare l'attentato costato la vita alla studentessa di 16 anni Melissa Bassi
PESCARA. Per condannare l'attentato di questa mattina con tre bombole di gas esplose davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, costato la vita a una studentessa di 16 anni, nel pomeriggio sono stati organizzati due presidi a Pescara e all'Aquila.
Al sit-in di Pescara, contro il terrorismo e contro le mafie, in piazza Sacro Cuore dalle 17,30 hanno partecipato in centinaia tra esponenti di partiti, sindacati e associazioni quali Anpi, Se non ora quando, Movimentazioni, Miladonnambiente, con l'obiettivo di contestare "l'arroganza e la violenza di chi, questa mattina, ha organizzato l'attentato alla scuola di Brindisi". A nome di tutti i presenti, ha preso la parola il responsabile di Libera Abruzzo, Angelo Venti, che, sottolineando "le analogie con il periodo '92-'93 e con il '69", ha invitato a "riflettere sul momento che sta vivendo la Nazione in questi mesi. L'unica risposta", ha detto, "è la partecipazione a queste iniziative, con l'auspicio che continui ad asservi unità". "No alla violenza e sì alla legalità", ha detto il segretario cittadino Pd Stefano Casciano.
All'Aquila, in piazza Palazzo dalle 18,30, l'Udu ha chiamato a raccolta tutti gli studenti e tutti i cittadini, ognuno con un fazzoletto bianco: "Alla follia di Brindisi, qualsiasi sia la mano, la risposta va data subito".
"E' un atto criminale e ignobile diretto a indebolire le fondamenta democratiche dello Stato italiano", per il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano. "E' un attentato sconcertante", ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, "che genera in tutti noi un grande senso di rabbia e di sconforto. Un atto di terrore che ci lascia increduli soprattutto perché colpisce giovani innocenti e getta nel dolore le loro famiglie cui vanno il mio cordoglio e la mia vicinanza".
Per il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, oggi a Lanciano, "non si tratta né si può trattare dell'opera di un pazzo o di un maniaco, dietro c'é una la strategia della tensione che ritorna, così come è successo ai tempi delle stragi di Falcone e Borsellino e tutti gli altri, in cui profittando di uno Stato debole, la delinquenza ha tentato di impadronirsi delle istituzioni, ancora oggi, attraverso la violenza, la violenza terroristica, mafiosa, stragista, la criminalità organizzata tenta di riappropriarsi delle istituzioni".