Avezzano, Fabio sposa Dino: a gennaio le prime nozze arcobaleno

L’unione di Morelli, di una famiglia rom, e del compagno resa possibile grazie alla legge Cirinnà. Sabato 21 gennaio la festa
AVEZZANO. Sabato 21 gennaio 2017. La data è fissata. La lista di nozze c’è. Il fotografo è stato chiamato. Il banchetto è prenotato: ci saranno tra gli 80 e i 120 invitati. I testimoni sono avvisati. Fabio Morelli e Dino Bordò saranno i protagonisti del primo matrimonio arcobaleno in provincia dell’Aquila, reso possibile dalla legge Cirinnà sulle unioni civili che ha dato il via libera al riconoscimento giuridico dei legami sentimentali tra persone delle stesso sesso. «L’abbiamo deciso l’8 giugno scorso, quando Dino ha festeggiato i suoi 70 anni. Lo abbiamo detto ai parenti. Tutti felicissimi. È ora di regolare la nostra unione»: sottolinea Fabio Morelli.
Si commuovono spesso nel raccontare il loro atto di amore e di coraggio.
Fabio Morelli, originario di una famiglia rom di Avezzano, ha 46 anni e dal 1980 fa il parrucchiere e lavora nel campo della moda. Un autentico talento, dicono di lui le sue clienti del negozio Fm Hair Stylist in via Degli Arditi.
Dino Bordò di anni ne ha 70. È originario delle Marche, ma per 40 anni ha vissuto a Roma, dove è stato impiegato prima negli hotel e poi al Sole 24 Ore. Adesso è in pensione e con Fabio Morelli abita in una villa di Massa d’Albe.
«Ci siamo conosciuti l’11 agosto del 1999 nel parco del castello dell’Aquila», ricorda Dino Bordò, «erano le 10 del mattino e stavo leggendo un giornale su una panchina. Mi trovavo in vacanza con un amico quando è passato Fabio: è bastato uno sguardo ed è stata subito intesa. Abbiamo scambiato una sigaretta e due chiacchiere e da quel giorno abbiamo iniziato a frequentarci. Lui arrivava a Roma, io lo raggiungevo ad Avezzano. Dopo tre o quattro anni siamo andati a vivere insieme».
Il matrimonio sarà celebrato nella sala consiliare del Comune di Avezzano. «Ci sposerà il mio amico Mario Casale», prosegue Fabio Morelli, «da anni pensavamo a questo matrimonio e avevamo anche l’intenzione di trasferirci in Olanda. Ma dovevo cambiare la residenza e da italiano non mi piaceva l’idea. Se abbiamo incontrato difficoltà? Porto un cognome che ad Avezzano è una condanna, ma già mio padre si era distaccato dalle tradizioni rom. Sono inseguito dal pregiudizio e dal razzismo da quando sono nato. Ma attorno a me c’è anche tanta gente che mi vuole bene. Ad Avezzano ho aperto un negozio, faccio moda e lavoro molto nel sociale. Il nostro è anche un atto di coraggio, è vero, ma vogliamo anche dare un messaggio. Perché ancora oggi ci sono ragazzi e ragazze che si nascondono e si vergognano della loro omosessualità. Noi no. Ho sempre presentato Dino come il mio compagno, senza nasconderci, e non ci siamo mai permessi di dare scandalo. Ma qualcuno di mia conoscenza è scappato quando ha saputo che ero gay».
Nulla è stato lasciato al caso per il giorno del sì. A cominciare dai testimoni: accanto a Morelli ci saranno l’amico Emanuele Liue, avezzanese trapiantato a Londra, e la compagna indiana Raj; per Bordò la nipote Paola e il compagno Giuseppe Parziale. Alle foto ci penserà Alessandro Capoccetti, alle fedi Alba Gioielli, mentre gli abiti saranno di White Sposa. Per il banchetto si andrà all’Olimpo di Trasacco di Alessandro Di Passio. E l’intrattenimento è affidato a “Abruzzo in musica” di Filippo Morelli. «Sarà una festa e abbiamo voluto fare tutto per bene, anche con una lista di nozze», riprende Fabio Morelli, «le fedi le porterà la mia nipotina Maria Nadia. I nostri parenti, gli amici e i clienti del mio locale sono felicissimi: la gente che ci conosce ci ha incoraggiato a compiere questo passo».
Fa quasi tenerezza la confessione di Dino Bordò: «Anche mia cognata mi ha detto: meno male, era ora che vi sistemavate. La facevo più bacchettona. Non pensavo di arrivare a 70 anni per fare questa cosa».
«Anche tra noi ci sono stati degli alti e bassi», ricorda Morelli, «ma alla fine ha sempre prevalso l’amore. Ci vogliamo bene. Condividiamo la passione per l’arte e per il giardinaggio. Adoriamo gli animali e la natura in generale: abbiamo quattro pitbull, due gallinelle e un pavone. Non a caso abbiamo scelto la data del 21 gennaio. Tre anni fa in quel periodo ho perso mio padre e vogliamo che l’anniversario si trasformi in un giorno di festa. Abbiamo il diritto a essere felici».
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