Avezzano, scacco alla rete della coca: 17 indagati

Maxi operazione dei carabinieri all’alba: perquisizioni in abitazioni, cantine e garage. Tra i coinvolti c’è anche un medico
AVEZZANO. Maxi-blitz antidroga all’alba di ieri e 17 indagati nella Marsica, con perquisizioni a tappeto. È il bilancio della vasta operazione antidroga che ieri ha coinvolto l’intera area marsicana, mobilitando un ingente dispositivo dei carabinieri della compagnia di Avezzano. Un’azione definita dagli stessi investigatori come «una delle più imponenti degli ultimi mesi», sia per la capillarità degli interventi sia per la complessità dell’indagine che, da tempo, stava stringendo il cerchio attorno a un presunto gruppo dedito alla gestione e alla distribuzione di cocaina nel territorio. Le perquisizioni, scattate simultaneamente in più punti della città e dei comuni limitrofi, hanno visto impegnate pattuglie, unità investigative e personale in abiti civili. I militari hanno bussato alle porte di abitazioni, cantine, garage e punti considerati di ritrovo degli indagati, seguendo una mappa ricostruita nei mesi precedenti attraverso pedinamenti, riscontri e intercettazioni. In totale, diciassette persone risultano ora iscritte nel registro degli indagati, con accuse ovviamente tutta da dimostrare e con la tutela del principio della presunzione di innocenza: uomini e donne, molti dei quali legati da vincoli di parentela e tutti accusati, a vario titolo, di condotte che vanno dall’approvvigionamento alla cessione di cocaina. Sono stati sequestrati un terreno, un’abitazione e 4.000 euro in contanti. Secondo le informazioni raccolte e riportate negli atti notificati agli indagati, al vertice della presunta organizzazione ci sarebbe Claudio Morelli, detto Peppe, figura già nota alle forze dell’ordine e indicata dagli inquirenti come punto di riferimento per la gestione dei rapporti esterni e delle forniture. Gli episodi ricostruiti, che coprono un arco temporale ampio, documentano un movimento costante di cocaina con quantitativi complessivi che supererebbero il chilo di sostanza: dalle cessioni minori ai trasporti più consistenti, fino a un episodio in cui compaiono 488 grammi di cocaina trasportati da due soggetti, e a un altro in cui vengono contestate forniture di 497,7 grammi. Attraverso gli incroci investigativi emergono diversi ruoli: chi si occupava dei contatti, chi del trasporto, chi della consegna, chi della pesatura e chi, secondo le contestazioni, della messa in circolo della sostanza. Una rete definita “familiare” non solo per i legami parentali ma anche per il modo in cui, secondo le ipotesi accusatorie, venivano condivise le responsabilità. Le donne delle famiglie Morelli e Spinelli svolgerebbero, in varie circostanze contestate, attività di supporto al gruppo, dalla gestione delle comunicazioni alla consegna della sostanza. In più episodi contestati dagli inquirenti compaiono anche trasporti in auto verso Roma, viaggi finalizzati, sempre secondo gli atti, a reperire ulteriori quantitativi di droga poi riportati in Marsica per la successiva cessione. Le condotte descritte negli atti includono acquisti singoli da 50 grammi, forniture ripetute da 100 grammi, cessioni di dosi da 5 grammi e approvvigionamenti ritenuti significativi sia per frequenza sia per quantità. Un dettaglio rilevante dell’inchiesta è la presenza, tra gli indagati, di un medico marsicano, Giovanni Quaglieri, fratello dell’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri (quest’ultimo del tutto estraneo ai fatti). Gli investigatori ne definiscono al momento la posizione come “marginale”, anche se restano da chiarire eventuali contatti o ruoli nelle dinamiche del gruppo. Saranno le prossime settimane, con le verifiche sugli strumenti sequestrati e sui telefoni cellulari recuperati, a delineare con maggiore precisione la sua posizione. Le perquisizioni disposte dalla Procura non si sono limitate agli immobili principali: in più casi i carabinieri hanno esteso i controlli a veicoli, rimesse, garage e luoghi considerati funzionali alle attività.
Nei provvedimenti compaiono indicazioni dettagliate su quanto ricercare: strumenti per il confezionamento delle dosi, bilancini, appunti, telefoni cellulari, somme di denaro, oggetti di valore e qualsiasi elemento utile alla ricostruzione dei flussi economici. Non è stato divulgato l’esito completo dei sequestri, ma si apprende che parte del materiale acquisito sarà sottoposto ad analisi tecnica per valutare eventuali tracce di sostanze stupefacenti o di contatti con altri indagati. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Luigi Sgambati, rimane articolata: ogni posizione sarà valutata singolarmente con riferimento agli articoli 73 e 110 del Testo unico stupefacenti. Gli investigatori, nel frattempo, stanno elaborando i dati raccolti, mentre in città cresce l’attenzione per una vicenda che coinvolge nomi noti. La dimensione dell’operazione segna una delle più significative attività repressive degli ultimi tempi. Nel collegio difensivo gli avvocati Roberto Verdecchia, Raffaele Mezzoni, Antonio Pascale, Luca Motta e Pasquale Motta.
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