Avvocati, tre giorni di sciopero all’Aquila: «Pochi giudici e processi infiniti»

Saranno circa cinquecento a bloccare le attività degli uffici giudiziari del capoluogo. Oltre a quelli distrettuali, l’astensione potrà coinvolgere anche gli uffici di competenza regionale
L’AQUILA. Niente udienze, né arringhe. Le aule del tribunale dell'Aquila, da oggi, resteranno vuote. Tre giorni di mobilitazione proclamati dall’Ordine degli avvocati dell'Aquila contro la carenza di magistrati e la lentezza dei processi, civili e penali. Circa 500 avvocati incroceranno le braccia bloccando l’attività degli uffici giudiziari presenti all’Aquila: tribunale, Corte d’appello distrettuale, Corte dei Conti regionale, ufficio giustizia tributaria, Tribunale di sorveglianza, tribunale per i minorenni e sede del giudice di pace. Se è vero, parafrasando un vecchio adagio, che «giustizia ritardata è giustizia negata», il Foro dell’Aquila è messo assai male. Il più lento d’Abruzzo e il quarto nella classifica nazionale, con 1.015 giorni di attesa, in media, per una sentenza definitiva. L’allarme sulla carenza di organici era già stato lanciato dalla presidente del tribunale, Elvira Buzzelli. Adesso a farsi sentire sono gli avvocati che hanno indetto la mobilitazione «contro la mancanza di magistrati, soprattutto nel settore civile, e ormai da anni di un dirigente amministrativo, oltre che del dirigente dell’Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti della Corte d’Appello». Tradotto: processi che slittano di mesi, a metà 2026 i rinvii delle udienze civili. A luglio del prossimo anno, le udienze del penale.
TRIBUNALE IN CIFRE Le motivazioni della protesta, che riguarderà 500 avvocati (tra le mobilitazioni più importanti, in termini numerici e di giorni, degli ultimi anni), sono state illustrate dal presidente dell’Ordine, l’ avvocato Maurizio Capri e dai colleghi Valerio Picchioni e Massimo Manieri, quest’ultimo presidente della Camera penale. «La pianta organica prevede 14 magistrati togati in servizio», dichiara Capri, «al momento ne abbiamo solo 8. A conti fatti ne mancano 6, 5 civili e un magistrato di diritto del lavoro». Il settore penale andrà a regime entro l’anno, con l'arrivo di altri magistrati e la possibilità di avvicendamenti. Sul civile, invece, si registrano maggiori criticità. «Benché siano stati banditi i posti da tempo, ancora oggi non vengono assegnati», spiega Capri, «una situazione che si trascina da un anno, con il rischio che anche il 2025 scivoli via senza che al tribunale dell'Aquila vengano assegnati altri giudici togati». Capri e l'Ordine, nella sua interezza, hanno pubblicamente «riconosciuto l'impegno dei magistrati in servizio, a partire dalla presidente del tribunale, Elvira Buzzelli, che si sta impegnando in prima linea per risolvere il problema».
RITARDI INACCETTABILI Lo sciopero è stato deliberato, dal Consiglio dell’Ordine, il 21 maggio scorso. «Considerando», si legge nella delibera, «che tale situazione sta provocando notevoli ritardi nella emissione di provvedimenti ordinari in materia civile, nonché differimenti delle udienze con grave nocumento per l’attività del foro e inevitabili ripercussioni sulle aspettative di giustizia dei cittadini; considerato altresì che da informazioni assunte dalla presidente del tribunale non vi è alcuna certezza della data in cui andranno a copertura i posti vacanti; atteso inoltre che il tribunale di L’Aquila risulta essere senza dirigente amministrativo da alcuni anni; preso atto altresì della situazione in cui versa l’Unep, presso la corte d’Appello di L’Aquila che ormai da molti mesi risulta di fatto senza dirigente, con conseguenti notevoli disfunzioni organizzative e gestionali; considerato che tale problematica sta creando forte nocumento al foro e di conseguenza ai cittadini, come risulta dalle numerose segnalazioni pervenute da gran parte degli avvocati, anche di altri fori, il Consiglio delibera di proclamare l’astensione dalle udienze». Per le udienze civili e del lavoro si arriva a metà 2026, fa notare il presidente dell'Ordine: «Questo comporta notevoli disagi per gli avvocati, che lavorano male e meno, ma soprattutto per i cittadini, che non hanno risposte certe e veloci dalla giustizia. In questi mesi si stanno accumulando moltissimi processi a quelli che già erano in itinere. Una situazione che rischia di vanificare anche i benefici della riforma Cartabia, legata ai fondi del Pnrr: l'Europa», ricorda Capri, «ha indicato l'Italia come fanalino di coda quanto a lentezza dei processi giudiziari, concedendo risorse per incrementare gli organici e smaltire le udienze».
STOP ALLE UDIENZE Tre giorni di astensione totale dalle udienze, che bloccheranno gli uffici giudiziari di competenza distrettuale e, in alcuni casi, regionale. «Siamo ad una mancanza di magistrati che sfiora il 50%», sostiene il presidente Capri, «e incide notevolmente sulle risposte che si aspettano i cittadini dalla giustizia. Anche in termini di velocità dei tempi della stessa». Fra le criticità esposte da Capri c’è la questione legata all’ufficio notifica del tribunale della Corte d’appello, «dove da più di un anno manca un dirigente amministrativo. L'Unep è totalmente nel caos, con difficoltà lavorative per noi avvocati, ritardi importanti nelle notifiche degli atti giudiziari e nella gestione delle pratiche». L'appello è rivolto «al ministero della Giustizia, al Csm, ma anche alla politica, perché si faccia carico di quanto sta accadendo e solleciti il Governo».
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