Azienda costretta a emigrare

24 Marzo 2011

Ardingo accusa: all'Aquila per le imprese solo ostacoli

L'AQUILA. Quattro milioni di euro di investimento finiscono a Milano, insieme a 40 nuovi posti di lavoro. La decisione presa, per la società All in One, dopo che il Comune ha bocciato il progetto per la realizzazione di un secondo stabilimento a Pile. Il presidente del gruppo Spee, Luciano Ardingo, si è detto «amareggiato». All'Aquila manca «una politica di sviluppo del territorio. Fare impresa qui è davvero difficile», denuncia l'imprenditore.

La All in One non tornerà indietro. A otto mesi dalla presentazione, mediante procedimento semplificato, delle pratiche per un nuovo insediamento industriale a Pile, è arrivato il «diniego di permesso di costruire» da parte dello Sportello unico del Comune. La motivazione fa riferimento «a contrasti con l'articolo 16 della normativa, poiché nelle zone per industriali non è ammesso un fabbricato per beni e servizi». La società, che fa parte del gruppo Spee, aveva ottenuto dal Consorzio per lo sviluppo del nucleo industriale l'autorizzazione all'ampliamento del centro di controllo Panopticon.

«Nel lotto assegnato, per un totale di 5mila metri quadrati», spiega il presidente della Spee, Luciano Ardingo, «era prevista la realizzazione di uno stabilimento per la fruizione di servizi innovativi nella sicurezza delle città e per nuove applicazioni nel campo dell'Information communication technology. La nuova azienda avrebbe dato la possibilità agli utenti di accedere ai servizi telematici attraverso internet, anche senza possedere una propria infrastruttura tecnologica».

In una prima fase l'occupazione prevista era di 40 addetti: informatici specializzati nel campo della ricerca e dell'innovazione. In assenza di chiarimenti sulla fattibilità e sui tempi dell'investimento, la All in One ha deciso di spostare l'investimento di 4 milioni a Trezzano sul Naviglio, vicino Milano. Sfuma dunque per la città la possibilità di nuova occupazione.

«L'impresa non è al centro delle preoccupazioni di questo territorio», ha denunciato Ardingo, «la politica industriale della città è sospesa tra un passato che non si riesce a superare e un futuro che non arriva. Manca anche una classe dirigente in grado di guidarla. Fare impresa all'Aquila necessita veramente di tanto coraggio e spirito di sacrificio. Gli imprenditori che vogliono investire qui devono affrontare difficoltà di gran lunga superiori rispetto ad altre realtà». Una realtà che «non aiuta i giovani. Senza impresa non si genera ricchezza. Soprattutto in questo particolare momento».

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