Beni nascosti al fisco, in tre nei guai 

Società fasulle. Il gip ha accolto la richiesta del pm disponendo il sequestro preventivo di un milione e 700mila euro

L’AQUILA. La Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza sospettano che siano state create ad arte delle società, ovvero i trust, al solo scopo di sottrarre i titolari dei beni in essi conferiti, alle richieste dell’Agenzia delle Entrate.
La costituzione di un trust, istituto tipico mutuato dal diritto anglosassone, e la successiva immissione in esso di immobili e disponibilità finanziarie, ha l’effetto di rendere tali beni patrimonialmente indipendenti e di proteggerli da possibili sequestri operati nei confronti degli originari conferenti. A meno che, nell’operazione, non si individuino finalità di dubbia liceità per aggirare la legge o il Fisco. Le investigazioni di natura economico-finanziaria, nel caso specifico, avrebbero permesso di arrivare a un’ipotesi tutta da provare: i presunti responsabili degli illeciti, (indagati per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte), a fronte di cartelle esattoriali emesse nei loro confronti per valori consistenti, che ammontano a oltre un milione, si sarebbero spogliati dei propri beni solo per sfuggire alle misure di riscossione coattiva avviate dall’Agenzia delle Entrate.
Sono pertanto indagate per l’articolo 11 della legge 74/2000 tre persone: Gianfranco Battistelli aquilano, difeso d’ufficio dall'avvocato Donatella Tiberio, Rita Secondo, di Sulmona, difesa dall'avvocato Vittorio Masci e Carlo Ricci di Avezzano, difeso dal legale Mirco Salvati. I militari della Compagnia dell'Aquila della Guardia di Finanza, dunque, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di circa 1,7 milioni di euro. Va precisato che il provvedimento non ha natura personale ma esclusivamente patrimoniale. Un provvedimento che può essere impugnato davanti al giudice per le indagini preliminari che lo ha emesso, accogliendo la richiesta del pm Stefano Gallo, o, in seconda istanza, al Riesame. Nel trust le figure sono tre: la prima è il disponente. Costui è quello che prima aveva in proprietà il bene ceduto al trust. La seconda è il gestore nominato dal disponente, il quale dispone del bene finito nel trust. Questi ha la piena facoltà di gestire i beni come meglio crede, può venderli e con i soldi acquistarne altri, può affittarli etc.; può fare tutto senza che il disponente possa interferire sulle sue decisioni. Terza figura è quella del beneficiario. In genere è la figura più avvantaggiata perché gode dei benefici della gestione. Un esempio pratico può essere quello di un padre che conferisce nel trust un bene da conservare per un figlio non in grado di intendere e volere.
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