Bilancio in rosso parte l’offensiva contro gli evasori

L’assessore De Santis: «Non aumenteremo le imposte ma controlli a tutto campo per stanare morosi e furbetti»

L’AQUILA. Se il Comune chiudesse il bilancio oggi, lascerebbe un buco di 3-4 milioni. Una somma alla quale si devono aggiungere i circa 20-25 milioni di debiti fuori bilancio, eredità delle passate amministrazioni che abbracciano un po’ di tutto: dalle spese di alcune vecchie edizioni della Perdonanza alla metropolitana (l’incompiuta al centro di un contenzioso tra il Comune e il consorzio Cgrt), dal megaparcheggio agli espropri. Il Comune si muove con molta prudenza per evitare «il rischio bancarotta», come dice l’assessore al Bilancio, Lelio De Santis, che promette comunque di «non aumentare le tasse ai cittadini aquilani» e dichiara guerra agli evasori fiscali. Tra i quali non ci sono soltanto gli affittuari del Progetto Case, dei Map e del Fondo immobiliare che «pur avendo un reddito sufficiente non stanno pagando». L’evasione è «a tutto campo». Per esempio dilaga nel settore delle affissioni pubblicitarie, sul quale è già partita l’offensiva con controlli a tappeto. Verifiche anche in centro storico, dove le ditte impegnate nella ricostruzione «non solo fruiscono della riduzione della tassa per l’occupazione di suolo pubblico voluta per agevolare le imprese», afferma l’assessore, «ma espongono cartelloni pubblicitari aziendali direttamente sulle impalcature dei cantieri in modo irregolare». Dalla lotta alla pubblicità abusiva il Comune conta di recuperare quasi un milione. Altri due arriveranno dal recupero di parte di quei sette milioni di euro sottratti al Fondo di solidarietà. È stato proprio il mancato arrivo di questi 7 milioni, lo scorso anno, a generare quel buco in bilancio che preoccupa De Santis. Intanto, dai controlli eseguiti dal Comune, sono emersi 350 morosi su un totale di 1450 affittuari che hanno l’obbligo di pagare il canone di compartecipazione. Soltanto 150 nuclei familiari sono al di sotto del reddito Isee (ottomila euro) per poter usufruire della rateizzazione degli arretrati. «Quindi, l’altra parte di cittadini non ha pagato pur potendolo fare», dice De Santis. Per quanto riguarda la tassazione che si prospetta per i contribuenti aquilani, l’impegno del Comune «è di non aumentare nessuna delle imposte, per non appesantire una situazione fiscale già insopportabile, considerato che la crisi economica qui risulta amplificata dal sisma». Far tornare i conti sarà complicato, perché dai 33mila contribuenti del pre-sisma si è passati ai 22mila attuali, mentre sono aumentati i costi per il Comune, chiamato anche a occuparsi della manutenzione delle new town. Per quanto riguarda la tassa sui rifiuti, il Comune incassa 8 milioni e 300mila euro a fronte di un costo totale del servizio che si aggira sui 14 milioni e mezzo. Una differenza che il Comune copre con il contributo straordinario statale. Invariata resterà anche la Tasi (ex Imu). Ma per quest’ultima imposta «non c’è ancora un dispositivo in base al quale stabilire come coprire i mancati introiti dovuti alla soppressione della tassa sulle prime case, 4-5 milioni che lo Stato rimborserà soltanto a metà», spiega ancora De Santis. Sarà, inoltre, inferiore all’anno scorso il trasferimento di risorse dallo Stato: 24 milioni a fronte dei 26 del 2013.

Marianna Gianforte

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