Bimbi sani da donne epilettiche

San Salvatore, la Neurofisiopatologia all’avanguardia per la cura delle gestanti affette dalla malattia

L’AQUILA. Negli ultimi 15 anni tutte le 380 donne, curate in gravidanza con farmaci anti-epilettici all’ospedale «San Salvatore», hanno partorito bimbi sani. Il servizio di Neurofisiopatologia, pur gestendo donne con problematiche difficili e terapie impegnative, negli ultimi tre lustri ha consolidato il proprio ruolo di Centro di riferimento regionale per l’epilessia. «Il servizio», afferma l’Asl, «deve salvaguardare da una parte la salute della donna incinta e dall’altra tutelare il nascituro. Una percentuale del 100% di vagiti felici, da parte di donne colpite dalla grave malattia, è frutto di tanti anni di esperienza che legano l’ospedale San Salvatore a prestigiosi gruppi internazionali della materia. Il Centro di riferimento regionale per l’epilessia – attivo all’interno della Neurofisiopatologia, diretta da Paolo Aloisi – da oltre 20 anni opera in collaborazione con l’Eurap, un consorzio internazionale di gruppi di ricerca sui rischi dei farmaci anti epilessia assunti in gravidanza. Una rete che racchiude ospedali e Centri altamente specializzati su queste problematiche, disseminati in tutto il mondo. L’Aquila, in virtù della posizione di rilievo assunta in Abruzzo, è l’unico ospedale regionale inserito nel prestigioso circuito dell’Eurap. Le ultime due gravidanze, condotte positivamente in porto da donne epilettiche, risalgono a pochi giorni fa e riguardano pazienti di Pescara».

Ogni anno il Servizio neurofisiopatologia assiste e segue, in media, 30 gravidanze di donne epilettiche, in ampia misura provenienti da altre regioni; 10 di queste 30 donne sono del comprensorio aquilano. «La scelta dei farmaci adatti per ciascun caso va ben al di là della soddisfazione del medico nel riuscire a contrastare la malattia durante la gestazione», aggiunge l’Asl. «Ogni volta che la donna colpita da questa patologia compie al meglio il percorso della gravidanza c’è un risultato enorme in termini sociali».

«Realizzarsi nella maternità», dicono i medici, «significa, per la donna, battere l’emarginazione che spesso accompagna l’epilessia, vivere una vita di coppia, integrarsi nel tessuto sociale». Nel passato questo era molto difficile ma oggi si riesce ad assistere al meglio le donne con questi problemi.

A prescindere dalle prestazioni riservate esclusivamente alle donne in gravidanza, il Centro di riferimento di Neurofisiopatologia, come attività complessiva, segue e assiste 2000 pazienti epilettici l’anno, di cui circa 500 residenti nel territorio aquilano; 300 sono donne storicamente più esposte alla malattia rispetto ai maschi. Tra i 500 casi di epilessia del comprensorio aquilano, la fascia prevalente è quella infantile-giovanile, da zero a 20-22 anni. L’epilessia ha un’evoluzione anagrafica che tende a scemare dopo i 20 anni per ripresentarsi con picchi significativi a partire dai 65 anni. «L’epilessia», affermano i medici, «è ben curabile nel 60-70% dei casi, percentuale in cui il malato fa una vita normale e gode di una buona qualità di vita. Per la restante quota, a causa di altri problemi, vi sono ovviamente maggiori difficoltà nel contrastare la patologia».

«Spesso», afferma il dottor Alosi, «quando si parla di questo tipo di patologia, tende a passare il messaggio che vi sia un’equazione epilessia-psichiatria-follia. È un concetto del tutto sbagliato, poiché l’epilessia è una malattia neurologica. Invece, con riferimento ad alcuni eventi, come il sisma del 2009, va detto che esso non ha avuto alcuna incidenza sul numero di casi». Il centro è l’unico in Abruzzo a essere entrato nel ristretto novero di strutture (non più di una decina in tutta Italia) autorizzate dalla Società italiana di neurofisiologia clinica allo svolgimento di Master di formazione alto profilo.

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