Blundo: «Bertolaso tradisce gli aquilani»

La parlamentare grillina all’attacco dopo il dietrofront dell’imputato sulla rinuncia alla prescrizione

L’AQUILA. «Per la seconda volta Bertolaso tradisce gli aquilani». Non si arresta l’indignazione sollevata dal dietrofront dell’ex capo dipartimento della Protezione civile in relazione alla rinuncia alla prescrizione, istituto del quale l’imputato vuole avvalersi nel procedimento che lo vede alla sbarra per il reato di omicidio colposo plurimo e lesioni in relazione al sisma del 2009.

«Qualche mese fa», scrive in una nota la parlamentare del movimento 5 stelle Enza Blundo, «Guido Bertolaso aveva annunciato e ribadito più volte che avrebbe rinunciato alla prescrizione nel processo Grandi Rischi 2, che lo vede imputato per i reati di omicidio colposo plurimo e lesioni e, invece, ha fatto clamorosamente dietrofront, confermando tutti i timori e i dubbi che avevamo espresso all’epoca dei suoi roboanti annunci. Così facendo, Bertolaso, è tornato a tradire gli aquilani per la seconda volta».

«I cittadini dell’Aquila», prosegue la senatrice, «già provati dalle conseguenze del terribile sisma che colpì la città, oggi si ritrovano a essere presi in giro dalla stessa persona che nel 2009 volle che venisse organizzata un’azione mediatica per rassicurare la popolazione, sminuendo il rischio di un terremoto che da lì a 5 giorni avrebbe devastato L’Aquila e fatto 309 vittime».

«Ci avevamo visto giusto», aggiunge ancora la parlamentare «quando, a marzo scorso, sollecitammo l’ex capo della Protezione civile a passare dalle parole ai fatti: sapevamo che il suo annuncio di rinunciare alla prescrizione era solo un bluff per ripulirsi l’immagine in occasione della campagna elettorale per Roma e così è stato».

Nell’udienza di martedì scorso l’avvocato di Bertolaso Filippo Dinacci ha annunciato di voler rinunciare ai testimoni della difesa e di essere pronto a discutere il processo. Prossime udienze il 27 e 30 settembre. A margine dell’udienza, lo stesso legale ha poi aggiunto, in relazione alla gestione del rischio sismico da parte del sistema della Protezione civile e della commissione Grandi rischi ai tempi del terremoto dell’Aquila, che «non si può operare un’espansione del diritto penale, che non può certamente fornire risposte che non può dare neppure la scienza».

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