Bullismo in classe, la scuola si difende

La preside Ottaviano: «Durante l’episodio i docenti hanno protetto il ragazzo vessato»

L’AQUILA. La Procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni ha chiesto il processo per tre ragazzi che due anni fa commisero atti di bullismo in classe ai danni di un compagno. Un fatto avvenuto nell’istituto “da Vinci-Colecchi”. Sulla vicenda c’è un intervento della dirigente scolastica Serenella Ottaviano.«Durante l’episodio della violenza subìta» si legge nella nota, «in classe erano presenti ben due docenti (la docente curricolare e la docente di sostegno) che sono intervenute in soccorso dello studente offeso, il quale, proprio grazie alla formazione nel merito e alla competenza delle docenti si è sentito in grado di denunciare e raccontare quanto, da tempo, subiva. L’intervento di accoglienza e di supporto è stato offerto anche dalla sottoscritta che, in quanto coordinatrice del Gruppo interprovinciale sul bullismo ha attivato tutte le procedure conseguenti: accoglienza e ascolto del ragazzo e della sua famiglia; convocazione di un consiglio di classe straordinario per provvedimenti disciplinari a carico dei tre bulli. Ma l’azione di intervento non è stata episodica. Grazie al coordinamento interistituzionale istituito con il Gruppo Interprovinciale sono state avviate azioni coordinate rivolte alla classe del ragazzo nel suo complesso e all’istituto in generale, con una particolare attenzione alla famiglia del ragazzo, ma anche ai tre bulli. L’impegno di una comunità educante è quello di accogliere, ascoltare, denunciare e fermare ogni comportamento che violi la dignità umana e che sia contro la legge, ma – nel contempo – educare i bulli a uscire dalla condizione di minori che vivono nell’incapacità di comprendere il confine – troppo spesso percepito in maniera non chiara – tra lo scherzo e il reato».

«È per questo», prosegue, «che sono stati organizzati, nel corso dell’anno scolastico di riferimento dell’episodio, incontri sulla legalità condotti da rappresentanti delle forze dell’ordine e incontri di formazione per i docenti; distribuite le linee guida per fornire elementi di conoscenza e competenze di azione per casi analoghi e monitorati, ogni giorno, i comportamenti delle classi».

«Ma la cosa più importante e di grande valore», aggiunge la dirigente, «è che il ragazzo vittima di violenza si è sentito accolto, ha continuato a frequentare e ancora frequenta la scuola con ottimi risultati. La famiglia del ragazzo, nonostante avesse sporto denuncia, ha incontrato più volte – nell’ufficio della dirigente scolastica – i ragazzi bulli e i genitori di questi ragazzi, i quali hanno avuto modo di incontrarsi, conoscersi, confrontarsi (anche in modo crudo ed emotivamente duro, all’inizio) ma alla fine dei tre incontri, addirittura, stringersi la mano».

«I tre bulli, per vari motivi, hanno concluso l’anno scolastico, ma – purtroppo – non hanno più proseguito gli studi intrapresi».

«La famiglia del ragazzo», conclude la nota, «ha ritirato la denuncia che, però, ha continuato il suo iter. Un unico grave insuccesso è a carico di questo istituto: il fatto di non aver trattenuto i bulli nel percorso formativo».

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